San Giorgio e il drago

gruppo scultoreo,

Cassa processionale raffigurante S. Giorgio su un cavallo impennato mentre vibra un colpo di lancia sul drago a terra ferito; a sinistra la principessa fugge con le braccia aperte. Il drago è fissato al fondo della cassa, formato da dieci tavole, da un ferro circolare; altri due ferri raccordano la coda del drago e il cavallo e il piede della principessa al terreno. Il cavallo e la principessa poggiano su una finta roccia; sul bordo della base sono raffigurate zolle di terreno con lucertole e foglie di edera.Il drago ha un paio di ali piumate, un corno sul muso e le fauci spalancate: è dipinto di verde scuro con chiazze marroni e macchie rosse simulanti il sangue. Il cavallo è bianco pomellato di grigio, con una fascia sul petto e sul ventre lilla e oro. San Giorgio ha una corazza gialla bordata di nero, una camicia verde e bianca, manto azzurro foderato di rosso con passamaneria dorata; elmo a maschera umana, con cimiero dorato; scudo ovale con croce rossa in campo azzurro; calzari a mezzo polpaccio traforati con fermaglio a testa leonina dorata. La principessa ha una casacca verde, fascia dorata svolazzante e gonna bianca; piedi nudi

  • OGGETTO gruppo scultoreo
  • MATERIA E TECNICA legno/ scultura/ pittura/ stuccatura
  • ATTRIBUZIONI Galleano Pietro (1681-1687/ 1761)
  • LOCALIZZAZIONE Moneglia (GE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera, tradizionalmente attribuita a Maragliano (Remondini, 1884), è stata rivendicata da Grosso (1939) al Galleano, allievo di Maragliano, quando l'opera venne esposta alla mostra delle Casacce. Infatti la cassa risulta proveniente dall'Oratorio di S. Giorgio a Genova (Remondini), ma le fonti antiche avevano da tempo attribuito la cassa di tal oratorio appunto al Galleano: Soprani, Ratti (1769) cita l'opera tra le migliori dell'autore; Ratti (1780) attesta l'esistenza di una "macchina [...] in legno di Pier Galleano rappresentativa di San Giorgio trionfante del drago". La cassa dovrebbe essere giunta a Moneglia dopo il 1811, anno in cui furono emanati i decreti napoleonici di soppressione delle Confraternite: dalla "Descrizione" del 1818 (Poleggi, 1974) si ricava che l'Oratorio, che "possedeva [...] una macchina in legno di Pier Galleano", era però stato chiuso nel 1810.L'opera quasi sicuramente fu trasferita nella Chiesa di S. Stefano a Genova, in base a quanto afferma Centi (1899). Per Remondini la cassa sarebbe giunta a Moneglia nel 1845, però un documento inedito dell'Archivio Parrocchiale di San Giorgio attesta che nel 1840 la cassa aveva subito un restauro e quindi a tale data era sicuramente presente in chiesa.Franchini Guelfi (1973) indica l'opera come una delle poche rimaste dell'autore, realizzata in coincidenza del costituirsi in Casaccia dell'antica Confraternita, trasferitasi in Strada Giulia "poco dopo il 1750". La studiosa nota in essa una ricerca di effetti spettacolari e un ritorno "alla monumentalità delle sacre rappresentazioni", ottenuta con "un linguaggio più controllato, nel quale il decoro ha una parte molto importante"
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0700032427
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Genova e la provincia di La Spezia
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Liguria
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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