Ritorna (Gioco del pendolino, bene semplice)

XX seconda metà

Gioco del pendolino costituito da una base in legno profilata in alluminio di forma rettangolare e suddivisa in tre aree. All’interno dell’area centrale (area di gioco) una serie di impunture metalliche tagliano orizzontalmente e verticalmente lo spazio formando anche una freccia leggermente scentrata verso destra. Nelle restanti due aree si trovano quattro manopole in legno avvitate alla base nei quattro angoli per bilanciare l’assetto del gioco e una impalcatura in legno con due colonnine, una per lato. Dal centro dell’impalcatura pende una catena con agganciato un pendolo in legno a goccia. Presente anche un bersaglio mobile costituito da un birillo in legno posizionabile al centro dell’area di gioco. Segni di dipinture pregresse. Sulla base è presente una targhetta in ottone con il nome dello spettacolista itinerante a cui il gioco apparteneva

  • OGGETTO gioco del pendolino tiro al bersaglio, gioco d’azzardo
  • CLASSIFICAZIONE STRUMENTI E ACCESSORI/ LUDICI
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Storico della Giostra e dello Spettacolo Popolare
  • INDIRIZZO piazza Giacomo Matteotti, 85, Bergantino (RO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nella sua classificazione dei giochi, Roger Callois, indica quattro categorie: mimicry (l’imitazione, credere di far credere), ilinx (lo smarrimento, il turbamento che provoca la vertigine), alea (il caso, vincere sul destino) e agon. Per questa ultima categoria si tratta di giochi in cui si compete contro un rivale superandolo (si tratti di abilità, forza, resistenza, rapidità, etc…) in una sfida regolamentata. Nei giochi di agon, seppure con varie sfumature, si manifesta il merito personale: ogni concorrente desidera veder riconosciuta la propria superiorità in quel gioco; in molti casi il concorrente si prepara, si allena duramente per la sfida, persevera e si sforza, fa ricorso a tutte le sue risorse e le usa in modo leale seguendo le regole stabilite per tutti i partecipanti. Non è escluso che la competizione preveda un unico giocatore, e che lo stimolo sia di superare sé stessi, ottenendo sempre risultati migliori della sfida precedente. La categoria dell’alea è opposta all’agon: i giochi di questa categoria non si basano sulla bravura del giocatore perché fondamentalmente, per quanto abili si possa essere, si tratta di scommettere e vincere sul destino, è fortuna o avversità. Ma è opportuno segnalare che esistono anche alcuni giochi che combinano alea e agon, caso e competizione, come i giochi di carte, ad esempio, dove alcune componenti delle due categorie si mescolano. In ogni fiera, Parco di Divertimenti e Luna Park, non mancano mai una serie di giochi legati alla messa alla prova delle proprie abilità. Se in origine alcuni di questi giochi erano relativamente semplici, come la corsa nei sacchi, il tiro alla fune, il sollevamento pesi, il Palo della Cuccagna, con il trascorrere del tempo il panorama dei giochi popolari nelle piazze si è arricchito di baracche e mestieri, spesso allietati dalla presenza di avvenenti ragazze dove, in un appropriato spazio e con l’ausilio di appositi strumenti o macchinari, il giocatore poteva testare la propria forza, destrezza o abilità. Tra i giochi di forza maggiormente rappresentativi nel nostro immaginario vi è, ad esempio, la mazza di legno con cui colpire una catapulta che faceva schizzare un peso verso l’alto, o il gioco in cui si afferrava “un toro per le corna” o il punchball (pugnometro) per valutare la propria forza. Tra i giochi di precisione e abilità “la Rotonda”, è quasi sempre presente. Si tratta di attrazioni di vario tipo in cui la sfida è rappresentata dalla conquista di un oggetto: da pescare, centrare, abbattere, catturare in qualche modo. In palio un premio: generalmente quello che si è colpito o pescato. Solitamente si gioca in più persone alla volta. L’altra tipologia è “il Bersaglio”, divenuto poi “Tiro a segno”, che prevede di centrare un bersaglio con l’ausilio di un’arma o di un altro strumento, ad esempio una palla. Anche qui vi è un premio in palio che di solito è in rapporto al punteggio maturato sommando i vari tiri. Vi sono tiro a segno che prevedono la competizione tra più persone contemporaneamente e tiro a segno in cui il giocatore è solo. Secondo le fonti storiche, tra i primi tiro a segno presenti nelle fiere vi era il cosiddetto Tiro ai Testoni (prevedeva di abbattere dei mascheroni di legno e stoffa) e il più noto Tiro ai barattoli (abbattere una o più pile di barattoli). Gli esercenti richiamavano i potenziali clienti con la famosa frase: “Tre palle un soldo”. L’evoluzione di questa tipologia di attrazione ha visto l’uso di armi (ad esempio le carabine ad aria compressa), la possibilità che i bersagli fossero in movimento, l’inserimento di zone con punteggi diversificati. All’interno del medesimo contesto rientravano alcune tipologie di gioco basate sia sull’abilità ma anche sulla sorte propizia: ad esempio, le ruote della fortuna, le pesche gastronomiche o il gioco del Ritorna che univa l’abilità di centrare l’obbiettivo alla scommessa sulla effettiva riuscita del colpo vincente. Il gioco era assimilabile ad alcuni giochi d’azzardo spesso presenti nelle fiere e nelle piazze, come il gioco delle tre carte o quello dei dadi, dove l’astuto gestore del gioco, con l’ausilio di alcuni trucchetti o illusioni, riusciva a vincere le scommesse fatte con il pubblico. Venivano a volte chiamati “spillatori” per la loro capacità di guadagnare furbamente. Nel caso del Ritorna, il gestore attirava il pubblico con la sua capacità oratoria, la sua spigliatezza, spesso aveva anche complici tra la folla che gli davano man forte convincendo le persone a partecipare. Mostrava il gioco e la facilità di vincere la scommessa colpendo il birillo durante la fase di ritorno del lancio del pendolino. In realtà, quando toccava al giocatore, quest’ultimo non vi riusciva quasi mai, perdendo la scommessa. Infatti bastava che il gestore del gioco spostasse, inclinandolo, in maniera impercettibile e senza farsi notare, il supporto verticale dell’impalcatura al quale era attaccata la catena del pendolino, per far sì che colpire il birillo durante il ritorno dell’oscillazione diventasse quasi impossibile
  • TIPOLOGIA SCHEDA Beni demoetnoantropologici materiali
  • FUNZIONE E MODALITÀ D'USO Il gioco del Ritorna era un tiro al bersaglio con la possibilità di scommettere sulla riuscita del tiro e seguendo una regola precisa: bisognava centrare un birillo e abbatterlo solo nell’oscillazione di ritorno di un pendolo lanciato dal giocatore
    Il giocatore prendeva la mira e lanciava il pendolino per colpire il birillo posizionato nell'area di gioco. Per farlo doveva far assumere al pendolo una traiettoria tale che non colpisse il birillo all’andata ma nella fase di ritorno, servendosi anche dei segni “guida” impressi sulla base del gioco. Se l’impalcatura che reggeva la catena e il pendolo rimaneva nella corretta posizione questa operazione era possibile in base all’abilità e alla capacità del giocatore, ma se l’impalcatura veniva furbescamente inclinata leggermente e impercettibilmente verso sinistra dal gestore del gioco, l’operazione risultava praticamente impossibile e il giocatore affrontava una sfida che difficilmente poteva vincere
  • AUTORE DELLA FOTOGRAFIA Cottica, Claudia
    Cottica. Claudia
    Claudia Cottica
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500724890
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
  • ENTE SCHEDATORE Comune di Bergantino
  • DATA DI COMPILAZIONE 2022
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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