Ribecca (per una pista di autoscontro, bene semplice)

XX prima metà

Ribecca costituita da una serie di listelli in legno a forma di parallelepipedi, principalmente rettangolari, di varie lunghezze, accostati e inchiodati l’uno all’altro formando un fregio ornamentale ad andamento orizzontale. Residui di dipintura originale di colore azzurro, tonalità prevalente, con punti in colore rosso, bianco e giallo. Presenza di listelli in legno più recenti, senza segni di dipintura, spillati e non inchiodati

  • OGGETTO ribecca per una pista di autoscontro
  • MATERIA E TECNICA LEGNO
    tecniche varie
  • MISURE Misura del bene culturale 0500724885: 100x242x3 cm
  • CLASSIFICAZIONE STRUMENTI E ACCESSORI/ LUDICI
  • ATTRIBUZIONI Oltramari, Adolfo #dulfin#: costruttore
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Oltramari, Adolfo #dulfin#
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Storico della Giostra e dello Spettacolo Popolare
  • INDIRIZZO piazza Giacomo Matteotti, 85, Bergantino (RO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE In base alle fonti scritte l’attrazione nota comunemente come autoscontro era inizialmente denominata autoballo. Era anche chiamata “Skooter” dai viaggiatori, contrazione di “auto-skooter”, con la k, dall’inglese to scoot, svignarsela (oggi tra gli spettacolisti si usa spesso il termine scooter). L’autoballo condivideva gli spazi della fiera e del Luna Park con un’altra attrazione, l’autodromo, divenuto poi noto come autopista. In Italia, anche se preceduti da alcuni tentativi, la prima autopista elettrica arrivò nel 1926 grazie ai viaggiatori itineranti e soci Pelucchi e Drouet. Nell’epoca di Nuvolari e Ascari, dove guidare una automobile era un sogno, il successo fu enorme, nonostante fosse una attrazione molto più costosa di altre (un giro sulla giostra a cavalli costava 40 centesimi, un giro sull’autopista 4 lire), e furono questi aspetti a indurre, quasi sicuramente, i primi pionieri di Bergantino Bacchiega e Favalli a provare ad imitarli. L’autoballo arrivò poco dopo, nel 1928 con il viaggiatore Capitelli importata dagli Stati Uniti e di nuovo con il binomio Pelucchi e Drouet dalla Francia. Il termine autoballo deriva probabilmente dal fatto che le macchinine sulla pista compivano movimenti strani e ricordavano quasi un balletto. Si tratta di una sfida incruenta, senza veri vincitori o vinti, a incontrarsi-scontrarsi gli uni contro gli altri. Divenne una attrazione amatissima dal pubblico, icona di tutte le fiere e dei Luna Park quanto la giostra a cavalli, presente nei ricordi di gioventù di ogni generazione. Dotate di paraurti in materiale adeguato, le automobiline, la cui estetica ha seguito l’evoluzione delle mode e del tempo, sono alimentate elettricamente. Prima della vetroresina e di altre materie plastiche (affermatesi dopo il 1960) le carrozzerie venivano prodotte in lamiera da operai specializzati. Le vetture dell’autoscontro sono alimentate attraverso il pavimento e una rete elettrificata a maglie posta sul soffitto della struttura, dalla quale le macchine ricevono energia grazie all’impiego di una lunga asta metallica, detta trolley. Una pulsantiera controlla l’elettricità e l’operatore può staccare o attaccare l’alimentazione della rete e quindi dare inizio/fine al giro di corsa. L’introduzione poi della musica diffusa in stereo, le rendeva luoghi di aggregazione al pari di una discoteca. Anche l’illuminazione della struttura e delle vetture, sempre più complessa e multicolore, ha contribuito alla sua fortuna. Si sono poi introdotti anche autoscontri acquatici dove la pista è una piscina e le vetture natanti di varia forma. Progressivamente si è iniziato anche a produrre autoscontri a misura di bambino, e ancora oggi non è insolito incontrare nelle fiere entrambe le versioni: quella per gli adulti e quella per i bambini. Infatti, a differenza della giostra a cavalli e altre tipologie di attrazioni, che nel tempo sono diventate meno appetibili per il pubblico di ragazzi e adulti, l’autoscontro riscuote ancora molti favori legati evidentemente alle emozioni che stimola: puntare l’avversario che non si conosce o che si conosce, cogliendolo di sorpresa, cercare di sfuggire a uno scontro mentre se ne cerca volutamente un altro, rimanendo a volte coinvolti in una catena a domino di urti collettivi. Il climax è il momento dell’impatto: la velocità dello scontro rilascia un’energia che si trasferisce ai passeggeri, sono forze che si ripercuotono sul corpo che ha un contraccolpo, restando però, di norma, “contenute”, non pericolose (oggi ci sono anche le cinture di sicurezza), in un generale clima di ilarità. Una iniziale ricerca iconografica, attraverso testi scritti e immagini custodite o esposte al Museo, sull’aspetto esteriore dei primi autoscontri del Novecento, fa emergere che quest’ultimi erano solitamente costituiti da un padiglione che ospitava la pista, quasi sempre di forma rettangolare, e le automobiline; la copertura era sorretta da colonne, pali posizionati a distanza regolare lungo il perimetro. Il padiglione era contornato sia nella parte alta, che nella parte bassa, da vari pannelli. Quelli superiori formavano una decorazione ad andamento orizzontale, un fregio ornamentale in legno dipinto composto dalla serie di pannelli agganciati: ribecca è il nome di ogni pannello. Nella parte bassa, un analogo decoro delimitava il perimetro del padiglione ma i pannelli erano chiamati transenne e contenevano il pubblico
  • TIPOLOGIA SCHEDA Beni demoetnoantropologici materiali
  • FUNZIONE E MODALITÀ D'USO Pannello di ornamento e abbellimento della parte superiore della pista da autoscontro, senza funzione di sostegno della struttura
    La ribecca veniva posizionata lungo il contorno superiore del padiglione, fissandola tra un palo di sostegno verticale della struttura e un altro. Una ribecca dopo l’altra, si contornava tutta l’attrazione
  • AUTORE DELLA FOTOGRAFIA Cottica, Claudia
    Cottica. Claudia
    Claudia Cottica
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500724885
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
  • ENTE SCHEDATORE Comune di Bergantino
  • DATA DI COMPILAZIONE 2022
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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