Salzan, Chiesa di San Pietro, CAV, I, F. 23, 51 (area ad uso funerario tombe)

Santa Giustina, ca 975 d.C - ante 1400 d.C

Nei pressi della chiesa di S. Pietro in loc. Salzan è stata recentemente indagata a più riprese una necropoli altomedievale. Secondo la tradizione orale dalle arature del terreno posto a nord-est della chiesa di S. Pietro erano state portate in superficie a più riprese ossa umane e, in alcuni casi, anche resti strutturali di sepolture in cassa litica: nel 2010 la sorveglianza archeologica dei lavori di scavo per la posa di sottoservizi e drenaggi e la conseguente apertura di sei saggi archeologici ha permesso di individuare almeno 5 tombe (da tb. 1 a tb. 5 con una sesta tomba presso un limite di scavo, scavata solo successivamente nel 2015). Delle cinque tombe due (tb. 1 e tb. 2) sono apparentemente prive di cassa litica: il fatto però che tra la prima fase (cui si riferiscono tali sepolture) e la seconda si notino alcuni fenomeni di spoglio potrebbe farle invece considerare originariamente in cassa litica semplice, come le tb. 3 e 5. In queste ultime la cassa è costituita in scaglie di arenaria poste in verticale lungo i bordi della fossa di deposizione e accostate tra loro senza l'uso di alcun legante. La tb. 4, infine, è in muratura con legante ed è l'unica che è stata indagata integralmente: le pareti sono realizzate in blocchi di arenaria legati con malta di calce mentre sia la pavimentazione che la copertura è costituita da grandi lastre di arenaria. Al suo interno si sono trovati i resti di almeno 7 individui, dei quali uno (un individuo adulto) anatomicamente completo. Nel dicembre 2013 l'area è stata interessata da un'indagine GPR (Ground Penetrating Radar) che ha permesso di individuare, nelle vicinanze delle tombe già note, una serie di anomalie coerenti con quanto noto dallo scavo stratigrafico di tre anni prima e quindi di ipotizzare una maggiore consistenza numerica della necropoli. Una seconda indagine stratigrafica ha indagato le tbb. 5 e 6: come la tb. 4 scavata nel 2010, si tratta in entrambi i casi di sepolture collettive. La tb. 5 presenta una duplice funzione di sepoltura primaria e ossuario (con uno scheletro completo di una donna tra i 40 e i 50 anni e diverse concentrazioni di ossa selezionate di almeno 21 individui), mentre per la tb. 6, da cui provengono uno scheletro intero in pessimo stato di conservazione appartenente con tutta probabilità ad un maschio adulto anziano e le tracce di diversi episodi di pulizia e ripristino per la nuova inumazione (con un numero minimo di individui pari a 12), sembra più verosimile ipotizzare una funzione di sepoltura primaria. I pochissimi materiali rinvenuti (tra i quali i più importanti sono sicuramente una coppia di orecchini) permettono una datazione del complesso tra il IX ed il X sec d.C. Dal territorio, e specificamente presso le chiese di S. Marco e di S. Lorenzo, si segnalano ritrovamenti di materiali e strutture di età romana

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