i crocefissi del Monte Ararat

dipinto, 1500-1524

Soggetti sacri: i diecimila martirizzati sul Monte Ararat a opera del Sult ano

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 138
    Larghezza: 218
  • ATTRIBUZIONI Robusti Jacopo Detto Jacopo Tintoretto (1518/ 1594)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Gallerie dell'Accademia
  • LOCALIZZAZIONE Gallerie dell'Accademia di Venezia
  • INDIRIZZO Dorsoduro, 1050/ Campo de la Carità, Venezia (VE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Fu restaurato nel 1960 da A. Lazzarin con una parchettatura rigida. Presen ta due ampie lacune laterali in basso. Proviene dal monastero della Celest ia, alla cui soppressione passò nel deposito della ex Commenda di Malta (S tato Generale 1822, n. 266), venendo consegnato all'Accademia nel 1865 (Mo schini Marconi 1962). Si tratta della copia della parte inferiore del dipi nto di Vittore Carpaccio "I diecimila martiri del monte Ararat", già nella chiesa di Sant'Antonio di Castello, oggi alle Gallerie (cat. n. 89). Dove va esistere originariamente anche la parte superiore, come sembrano confer mare le fasce scure che riquadrano i tre lati inferiori, parte che presto dovette andare perduta, forse per difetti del supporto poco usuale all'art ista, e che già risulta mancante nelle annotazioni degli elenchi demaniali . Sia l'Edwards, che lo Zabeo ("Elogio a Giacomo Robusti", letto all'Accad emia nel 1813), che G.A. Moschini (1815) ricordano copie parziali di Tinto retto della pala carpaccesca, probabilmente riferendosi a questo stesso di pinto, già allora separato o decurtato. Negli antichi inventari veniva att ribuito a Bonifacio de' Pitati, ma il restauro del 1960 rese chiara la sua appartenenza al giovane Jacopo, denunciata per primo da V. Moschini (1960 ) e accettata dalla critica successiva, con l'unica eccezione del De Vecch i (1970) che la ritiene opera non autografa. Gli elementi schiavoneschi, i l confronto con opere giovanili del pittore come i cassoni con "Scene bibl iche" del Kunsthistorisches Museum di Vienna, l'"Apollo e Marsia" di Hartf ord, la "Crocifissione" del museo di Padova, la "Conversione di san Paolo" della National Gallery di Washington, individuate già da V. Moschini (196 0), le pennellate veloci con tocchi di luce, pur nel condizionamento del m odello, rivelano la mano dell'artista e confermano una datazione precoce a l più tardi agli inizi degli anni quaranta. Mentre sembra troppo avanzata quella proposta da Pallucchini e dalla Rossi (1982) intorno al 1544-45 e p robabilmente troppo anticipata quella di Krischel verso il 1538. Il sogget to ricorda il martirio di diecimila martiri cristiani avvenuto nel IV seco lo per ordine del re di Persia. Non deve stupirci la scelta di copiare un' opera così singolare, dalla composizione estremamente articolata, dove non pochi dettagli e scorci anatomici sembrano tanto vicini al gusto manieris tico, connaturato all'esperienza tintorettesca
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500401440
  • NUMERO D'INVENTARIO 1091
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Gallerie dell'Accademia di Venezia
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza speciale per il Polo Museale Veneziano
  • DATA DI COMPILAZIONE 1995
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2004
    2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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