bobina d'alta induttanza

ca 1970 - ca 1970

Questo dispositivo è collocato in un pannello in metallo, posizionato in verticale e poggiante su una base sempre in metallo. Al centro è praticata un'apertura rettangolare in cui sono inseriti i due avvolgimenti primari, ciascuno da 5100 spire e collegati in serie, inseriti attorno ad un nucleo in trafoperm fissato al pannello stesso. La presa centrale di derivazione è ad uscita separata.||Sopra agli avvolgimenti si trovano le boccole da 4mm per i collegamenti elettrici sia agli avvolgimenti principali che ad un avvolgimento ausiliario di 24 spire utilizzato per misure di tensione. Vicino alle boccole sono inseriti due porta fusibili svitando i quali si possono estrarre i fusibili a filo sottile (da 0,125A) posti a protezione di ciascuna delle estremità della bobina. In parallelo con l'avvolgimento complessivo, si trova una resistenza VDR di protezione contro punte di tensione sopraelevate. Vicino alle boccole sono stampati alcuni dati tecnici (induttanza, resistenza in corrente continua) dello strumento.||In corrispondenza delle boccole, sul retro del pannello, sono fissati i diversi collegamenti tra avvolgimenti, fusibili, resistenza e sono protetti da un coperchio in metallo apribile.||Su questo coperchio è presente un'etichetta con il nome dell'azienda costruttrice e il numero di modello dello strumento.||

  • OGGETTO bobina d'alta induttanza
  • MATERIA E TECNICA Rame
    METALLO
    PLASTICA
    trafoperm
  • MISURE Altezza: 26,5 cm
    Lunghezza: 19,5 cm
    Larghezza: 10 cm
  • CLASSIFICAZIONE laboratorio
    Fisica sperimentale
    didattica
    induzione elettromagnetica
    fisica
    elettricità e magnetismo
  • ATTRIBUZIONI E. Leybold's Nachfolger Ag (1870/ 1967): costruttore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Padiglione Aeronavale
  • INDIRIZZO via San Vittore, 21, Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Questo dispositivo faceva probabilmente parte del materiale in dotazione al "Centro di Fisica Sperimentale" dell'allora denominato "Museo della Scienza e Tecnica Leonardo da Vinci" di Milano.||L'idea del Centro di Fisica nacque contestualmente alla nascita del Museo: l'allestimento prevedeva una sezione di Fisica con scopi didattici che contenesse esperimenti in atto, a disposizione permanente del visitatore. Ma la visione di un evento all'interno di una vetrina non era sufficiente: iniziò così la raccolta di strumenti ed accessori moderni per realizzare esperimenti che potessero essere effettuati direttamente dall'utente.||Da subito questa attività sperimentale attirò l'attenzione di funzionari ministeriali ed insegnanti.||Nel frattempo, nel 1955, nel nuovo edificio del Museo, detto Monumentale, vennero collocati le aule, i laboratori, gli impianti, le officine, le sale studio, necessari per ospitare il nascente Centro di Fisica Sperimentale.||Nello stesso anno venne organizzato il primo corso per insegnanti degli Istituti Tecnici, organizzato dal prof. Tommaso Collodi, già Ispettore Centrale P.I. ed allora Direttore Didattico Nazionale per l'Istruzione Tecnica.||I risultati furono così soddisfacenti che anche i Licei e gli Istituti Magistrali cominciarono ad organizzarne per i loro professori.||Oltre alla qualità delle attività offerte, quest'iniziativa si inseriva in un contesto di difficoltà legate alla fine della Guerra , di povertà dei gabinetti scolastici, di scarsa preparazione di molti insegnanti.||Il Museo offriva alla Scuola uno strumento efficace ed immediato per risalire la china.||I corsi di aggiornamento dei professori, inizialmente della durata di sei giorni, divennero ben presto di dieci/quindici giorni e comprendevano: un gruppo di conferenze tenute da professori universitari o esperti qualificati, lezioni sperimentali, esercitazioni individuali o in piccoli gruppi, lezioni a livello secondario tenute dagli stessi partecipanti, proiezioni di materiale sul tema, visite d'istruzione.||Fin dall'inizio molte scuole cominciarono ad affluire al centro di Fisica con i loro studenti per assistere a lezioni sperimentali.||Il prestigio del Museo e del suo Centro di Fisica ebbero autorevolissimi riconoscimenti anche in campo internazionale soprattutto attraverso l'O.C.D.E. (Organisation de Coopération et de Développement Economique) che riconosceva l'importanza dell'insegnamento scientifico e promuoveva nuovi metodi d'insegnamento e di sperimentazione.||Altre due importanti iniziative si affiancarono, a metà degli anni sessanta, alle attività del Centro di Fisica: la creazione di una mostra permanente di materiale scientifico-didattico (realizzata con materiali forniti dalle ditte costruttrici) e la nascita di una biblioteca di consultazione specializzata riguardante l'insegnamento della Fisica a livello secondario.||Il Centro di Fisica, fiore all'occhiello del Museo, è rimasto in funzione fino al 1984
  • TIPOLOGIA SCHEDA Patrimonio scientifico e tecnologico
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300634333
  • NUMERO D'INVENTARIO 11826
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • ENTE SCHEDATORE Regione Lombardia
  • DATA DI COMPILAZIONE 2008
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2011
  • ISCRIZIONI sul manicotto - MUSEO SCIENZA||2840||MILANO - maiuscolo/ minuscolo/ numeri - a incisione e stampa su targhetta in metallo verde -
  • STEMMI frontale e retro - commerciale - Marchio - E. Leybold's Nachfolger AG - 2 - scritta LEYBOLD con la parte alta della lettera L racchiusa in una circonferenza
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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