San Benedetto

dipinto, ca 1470 - ca 1480

Dipinto con semplice cornice lignea, dorata e modanata

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera
  • AMBITO CULTURALE Ambito Padovano-ferrarese
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Bernardino Da Parenzo
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Ducale di Mantova
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Ducale
  • INDIRIZZO Piazza Sordello, 40, Mantova (MN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto, assieme a quello descritto nella scheda n. 0300152569, è documentato per la prima volta solamente nel 1827, quando si trova nel palazzo dell'Accademia Virgiliana, così descritto: "Due quadretti antichi in tavola dipinti su fondo d'oro con due santi" (d'Arco 1857-1859, II, p. 246 n. 54). Non se ne conosce la storia anteriore e non si sa neanche da quale insieme provengano, ovvero se costituissero un dittico - come sarei propenso a credere - o fossero parte di una ben più complessa macchina sacra. La mancata citazione nell'inventario del 1810 (cfr. App. [8]), mi induce a credere che il loro ingresso nel Palazzo Accdemico sia successivo e che sia di conseguenza svincolato dalle vicende delle soppressioni. Passati in proprietà al Comune di Mantova nel 1862 e depositati in Palazzo Ducale nel 1915 (cfr. Tamassia 1996, p. 59), le due tavolette sono consegnate nel 2004 al Museo della Città in Palazzo San Sebastiano. Venturi (1914, p. 282) le pubblica con un'attribuzione a Bernardo da Parenzo, accostandole alle tavolette della collezione Doria-Pamphili di Roma e alla tela della Galleria Estense di Modena, rappresentante i Santi Agostino e Girolamo; egli ritiene che i due dipinti mantovani rappresentino Santa Chiara e San Benedetto. Nell'inventario del 1937 del Palazzo Ducale i due santi sono indicati come Girolamo e Chiara. L'attribuzione di Venturi, da egli stesso ribadita (1926, p. 30), è accolta da Berenson (1932, p. 429), da Fiocco (in Allgemeines 1907-1950, XXVI (1932), p. 231) e da Ozzola (1949, nn. 27-28; 1953, nn. 27-28), il quale però identifica la santa con Scolastica, sorella di Benedetto; la sua proposta è ragionevole, anche se non conosco altre rappresentazioni della santa col crocifisso in mano (cfr. Carnasciali 1982). Anche Ozzola ritiene che le due tavolette siano frammenti di un polittico. Nel 1962 invece Ragghianti contesta l'attribuzione al Parentino dei dipinti, che assegna a Francesco Bianchi Ferrari: una proposta che non sembra aver trovato alcun riscontro (cfr. Benati 1990) e che si può effettivamente escludere. Wa?bi?ski nel 1966 (p. 19) include il "dittico" mantovano tra le "Attributions erronées" al Parentino e con un'indicazione verso la bottega dello Squarcione. Nel 1981 Carpeggiani (p. 206 nota 111) menziona le due tavolette confutando nuovamente l'attribuzione al pittore istriano e ritenendole piuttosto di un "anonimo epigono della scuola muranese dei Vivarini". Spesso ignorati negli studi sul Parentino (cfr. De Nicolò Salmazo 1989), nella scarsa letteratura successiva i dipinti sono citati come opere di pittore mantegnesco (Berzaghi 1992, p. 83) o di scuola veneta (L'Occaso 2002, p. 67); sono invece ribaditi al pittore istriano da Carlo Bertelli, il quale sottolinea elementi, come l'ombra proiettata sul libro della santa, di ascendenza squarcionesca (C. Bertelli 2005, p. 121). Fotografie della prima metà del Novecento mostrano la presenza di pseudo-scritte sul libro tenuto dalla santa. I due dipinti sono certamente a pendant, tanto che un unico crocifisso sembra rappresentato da due punti di vista; della visione da dietro si può ricordare il precedente di Jacopo Bellini, nel San Girolamo del Museo di Castelvecchio (inv. 876-1B306). Proprio questa esibizione prospettica lascia intravedere le ragioni della proposta di Ragghianti, su cui non desidero però insistere. La grossa differenza nella resa dei due incarnati, la forza espressiva del santo, la luce che gli sbalza come metallo la barba e segna un contorno luminoso dei volumi, fanno pensare alla pittura ferrarese verso il 1470-1480 e non escludo che nella città estense o nella vicina Padova, più che a Murano o nella stessa Mantova, sia da cercare l'autore delle due importanti tavolette
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300152568
  • NUMERO D'INVENTARIO Gen. 11459
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
  • ENTE SCHEDATORE Palazzo Ducale di Mantova
  • DATA DI COMPILAZIONE 2010
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2009
    2013
    2023
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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