Ester davanti ad Assuero. Ester e Assuero

dipinto, 1883 - 1883

Dipinto con cornice lignea dorata e modanata

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Arrivabene Giulio Cesare (1806/ 1855)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo municipale
  • INDIRIZZO Via Roma, 39, Mantova (MN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto è documentato dal momento stesso della sua realizzazione: nel 1833 Francesco Faccioli scrive infatti che al concorso della Regia Accademia di Milano, avente per tema La condanna di Amano primo ministro di Assuero sorpreso dal suo signore ai piedi di Ester, il mantovano Giulio Cesare Arrivabene riceve lodi per aver "bene concepito il soggetto; lodevole l'espressione in generale e specialmente nella figura di Ester; armonia di colorito, diligenza d'esecuzione e buon disegno" essendo i suoi principali meriti. Precisa è anche la testimonianza di Opprandino Arrivabene (parenti?), che ricorda di come Giulio Cesare Arrivabene: "Nel 1833 concorse al grande premio di pittura, e la Commissione accademica trovati, fra i lavori de' concorrenti, due che le parvero degni del premio, lo aggiudicò ad entrambi; ma non essendo poi stato per ragioni economiche seguito il giudizio accademico, il quadro dell'Arrivabene (Amano innanzi alla regina Ester condannato a morte dal re Assuero) passò in Mantova alla marchesa Strigi" (Arrivabene 1838, p. 74-75). Non sappiamo precisamente a quale data e in quale occasione (forse per via matrimoniale o ereditaria), ma nel corso dell'Ottocento il dipinto deve giungere dalla famiglia Striggi a quella Cavriani, che dell'Arrivabene è anche committente: per i Cavriani infatti l'artista invia da Roma la pala d'altare, di grandiose dimensioni, rappresentante Ezzelino da Romano fermato da sant'Antonio da Padova, che dal 1846 orna l'altare della prima cappella grande sulla destra della basilica di Sant'Andrea. Il passaggio alla famiglia Cavriani della nostra tela sembra implicitamente attestato dal fatto che questa viene donata al Comune di Mantova, nel 1905, da Antonio Cavriani a nome della zia Daria Brivio Cavriani (ASCMn, cat. IX-9-6, 1901-1910, fasc. 1905). Giunto nelle collezioni civiche, il dipinto vi rimane per pochi anni: nel 1922 è depositato in Palazzo Ducale (Tamassia 1996, p. 61) e fino al 1984. L'11 ottobre di quell'anno la tela viene restituita al Comune di Mantova, che attualmente la conserva nei depositi di Palazzo Te. Ricordato da Giannantoni nel 1929 (p. 48), il dipinto viene esposto nel 1939 alla Mostra dei pittori mantovani (?), ed è successivamente menzionato o descritto dalla Perina (1965, p. 644), da Berzaghi (1990) e dai Sartori (1999, I, p. 115). La tela appartiene all'attività giovanile dell'Arrivabene, pittore formatosi a Milano (?) presso l'Accademia di Brera, e influenzato dall'opera del Diotti. Nel cospicuo elenco manoscritto di opere dell'Arrivabene, approntato da Antonio Mainardi nella seconda metà del XIX secolo, la nostra tela non sembra menzionata
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300152059
  • NUMERO D'INVENTARIO Gen. 6782
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Cremona, Lodi e Mantova
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
  • DATA DI COMPILAZIONE 2010
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2009
    2013
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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