lapide tombale, opera isolata - produzione Italia settentrionale (secc. I/ II)

lapide tombale, 1 - 199

Lastra parallelepipeda con varie scheggiature ai margini, specialmente sulla parte posteriore; molto rovinata la superficie; la lastra è stata tagliata in epoca ignota. Sul lato frontale, privo di corniciature e spianata a martellina, è scolpita l'iscrizione funeraria, incisa a scalpello, in caratteri capitali con solco a sezione angolare e interpunzioni a triangolo. La grafia non è particolarmente curata, come la distribuzione del testo, in cui sopratutto la prima e l'ultima riga presentano errori nella spaziatura delle lettere. L'esame delle superfici laterali, che si direbbero quelle originali della lastra, come qualla inferiore, indice a ritenere l'iscrizione completa, malgrado la mancanza di una dedicante, il cui nome sarà probabilmente stato evidenziato in altra parte del sepolcro

  • OGGETTO lapide tombale
  • MATERIA E TECNICA marmo rosso di Verona
  • AMBITO CULTURALE Produzione Italia Settentrionale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Ducale
  • INDIRIZZO Piazza Sordello, 40, Mantova (MN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La lapide proviene da Ostiglia (MN I.G.M. F 63 III NE), dal tratto d'argine del Po di fronte al paese, trasferita al Museo Civico di Mantova, fu trasportata a Palazzo Ducale a seguito della Convenzione del 1915 tra Stato Italiano e Comune di Mantova. La gens Valeria, di cui si fa riferimento nell'iscrizione, è comunissima in tutto il nord-Italia; e altrettanto frequente è il cognomen Priscus (per cui cfr. Kajanto); piuttosto raro invece il gentilizio Corana, documentato da un'iscrizione di Padova (v. bibl. CIL) . I cognomi Fidelis e Fuscus, per quanto piuttosto diffusi nel mondo servile (v. bibl. Kajanto), sono usati raramente al femminile: negli indici del CIL, vol. V compare un unico caso per Fidelis (CIL V 7384 da Tortona) e nessuno per Fusca. L'abbreviazione al posto della C inversa, per indicare il sesso femminile del proprietario del liberto, è già nota ad Ostiglia da un'altra epigrafe (CIL V. 3758); la forma uxsori è invece abbastanza comune. La presenza del medesimo gentilizio per la moglie del capofamiglia e la liberta Fusca, entrambe liberte di una donna, lascia supporre che si tratti o di due conliberte, forse legate da parentela, o che l'ultima fosse liberta della prima. L'assenza dei cognomina dei figli del defunto è rpobabilmente dovuta a mancanza di spazio. Il tipo di scrittura, per quanto trasandato, e la presenza dei tria nomina nel nome del defunto inducono a datare l'iscrizione al I-II secolo d.C
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300075492
  • NUMERO D'INVENTARIO Gen. 12169
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
  • DATA DI COMPILAZIONE 1983
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2010
  • ISCRIZIONI C(aio) Valerio C(aii) f(ilio) Prisco et / Coranae (mulieris) l(ibertae) Fideli uxsori et / L(ucio) C(aio) Valeris filis / et Coronae (mulieris) l(ibertae) Fuscae - lettere capitali -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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