lapide tombale, frammento - produzione Italia settentrionale (secc. I/ II)

lapide tombale, 1 - 199

Lastra frammentaria in marmo rosato veronese, priva delle parti superiore e inferiore; non è chiaro se lo spessore della lastra sia quello originario; numerose scheggiature. La lapide funeraria è corniciata nel lato frontale lungo i lati verticali da una fascia liscia perimetrale e da una modanatura a gola scolpita a scalpello piatto; nel campo è scolpita l'iscrizione funeraria. Lettere a caratteri capitali con solco a sezione angolare, e punti divisori a triangolo. Si notano il nesso MV (riga 3) e la riduzione dell'ultima lettera della riga 4 e della penultima della riga 5, sopraelevata tra l'ultima e la terzultima, e una I longa nella penultima riga

  • OGGETTO lapide tombale
  • MATERIA E TECNICA marmo rosso di Verona/ scultura
  • AMBITO CULTURALE Produzione Italia Settentrionale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Ducale
  • INDIRIZZO Piazza Sordello, 40, Mantova (MN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Proveniente probabilmente da Pegognaga (MN, I.G.M. F. 74 I NE), la lapide funeraria è stata riutilizzata nella locale chiesa di S. Lorenzo; trasportata a Mantova nel Museo dell'Accademia in data ignota, fu poi collocata presso il Palazzo Ducale, in seguito alla convenzione del 1915 tra Stato italiano e il Comune di Mantova. Sono qui ricordati i membri di una famiglia di liberti della gens Lucretia, ben documentata specialmente nel Veneto, ma presente anche nel resto della Cisalpina, con l'eccezione delle zone milanese e comasca (v.bibl. Ratti). Il dedicante, o capofamiglia, ha un cognomen di origine grecanica (Chresimus); sua moglie, una sua liberta, ha un nome latino probabilmente modellato su una formazione greca (v. bibl. Kajanto); gli altri due personaggi ricordati, privi di prenome, potevano essere i figli o altri liberti del dedicante: in favore di quest'ultima ipotesi depone proprio l'assenza del prenome, che doveva essere ripreso da quello del patrono e poteva pertanto essere eliminato nell'iscrizione per ragioni di spazio. Si conserva di questi solo un cognomen, Italicus, non particolarmente documentato nel ceto servile/libertino (v. bibl. Kajanto) e piuttosto raro in Cisalpina (v.bibl CIL). La concisione del testo epigrafico, privo oltretutto della dedica agli dei Mani (anche se in genere è la presenza e non l'assenza della formula a essere criterio cronologico) lasciano supporre una datazione al I secolo d.C. meno probabilmente al II
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300075481
  • NUMERO D'INVENTARIO Gen. 12148
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
  • DATA DI COMPILAZIONE 1983
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2010
  • ISCRIZIONI V(ivus) F(ecit)/ L(ucius) Lucretius/ L(uci) lib(ertus) Chresimus/ sibi et Lucretiae/ Primigeniae Lib(ertae)/ et uxori optim(ae)/ et Lucretio Ita/ lico et Lucretio/ [---] - lettere capitali -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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