TORRE ANGOLARE N-W DELLA CINTA URBICA (torre, struttura di fortificazione)

Torino, Eta' romana imperiale inizio

Resti di una delle cinque torri angolari e parte dei muri collegati, pertinenti alla cinta urbica di Augusta Taurinorum, ubicata nell'angolo N-W, presso la chiesa della Consolata, tra via Giulio e via della Consolata. Venne riscoperta nel 1884, quando il bastione costruito dai francesi a ridosso della torre fu abbattuto insieme a parte delle mura romane del lato occidentale nell’ambito dei progetti sette-ottocenteschi di ingrandimento della città e delle sue fortificazioni da quella parte. I resti furono scavati e analizzati da Vincenzo Promis, nipote di Carlo, e per sua cura, nel 1899, restaurati per essere lasciati in vista in un'area delimitata da una cancellata di ferro. Nella demolizione dell'imponente struttura e nell'abbassamento o completo abbattimento di un tratto del muro di cinta romana, vennero recuperati numerosi marmi iscritti e decorati, che probabilmente erano stati utilizzati per riparazioni o rinforzi delle murature antiche. Si tratta di lapidi e di frammenti di monumenti funerari che dovevano popolare una vasta area di necropoli immediatamente fuori dalle mura occidentali e settentrionali di Augusta Taurinorum, ma non mancano iscrizioni onorarie di cui si ignora la collocazione originaria. Il complesso della torre e delle porzioni di mura sopravvissute mostrano forma, tecnica edilizia e dimensioni uguali alle altre torri che inframezzano la cortina muraria: base quadrata in opera cementizia misurante 9,10 m di lato, profilo interno ottagonale del diametro di 5,30 m. con paramento in ciottoli spaccati legati con malta di calce e doppie fasce di laterizi, e paramento esterno integralmente in laterizi della misura di 43x27x7 cm. La base della torre si restringe verso il piano su cui si imposta l'elevato tramite riseghe sottolineate da fasci di mattoni. Rispetto ai muri di cinta che su di essa si impostano, la torre è fondata ad una profondità maggiore di 0,50 m. sul lato nord e 0,25 su quello ovest. Nessuna delle cinque torri angolari o di quelle poste in corrispondenza degli imbocchi dei cardini e decumani minori conserva l'elevato, per cui che il loro sviluppo in altezza seguisse la pianta ottagonale delle fondamenta è una ipotesi non dimostrabile con assoluta certezza. Durante lo scavo Promis annotò la presenza nel lato interno di muri appoggiati alla cortina muraria, di età successiva ed il rinvenimento sotto “uno strato di schegge e polvere di tambelloni” di molte ossa di animali domestici e alcune monete di Cornelia Salonina e Massenzio

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