doppio ritratto

dipinto,

La scena si svolge in un interno tenuamente illuminato. Sullo sfondo: una libreria, sui cui scaffali sono accatastati libri chiusi e aperti, e su cui è appoggiata un'erma. In primo piano, intorno a un tavolo sono seduti una figura maschile matura e barbuta (sulla sinistra di chi guarda), e un giovane uomo (a destra). Il vecchio è seduto su una sedia in legno massiccio riccamente decorato. Sulla tavola, ancora libri chiusi e libri aperti. Il giovane si appoggia sulla pila di libri che ha di fronte. Su questa pila di libri, vi sono due fogli ripiegati: su uno di essi si legge la firma del pittore. Entrambe le figure guardano verso lo spettatore e indicano un grosso libro aperto posto davanti al vecchio barbuto

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Paolini Pietro (1603/ 1681): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Un vecchio filosofo e un giovane discepolo in uno studio con libri alle pareti indicano un grosso libro aperto davanti a loro per indicare che la via corretta da seguire ad ogni età è quella dello studio e della meditazione. Forse la figura più anziana può essere identificata, vista la scritta mutila all'estrema sinistra, col poeta lucchese Stefano Coli, che fu legato da amicizia con Pietro Paolini autore del dipinto.Questo, venduto dalla famiglia Mansi attorno al 1950 e rimasto in collezione privata lucchese fino al 1991-1992, è da identificarsi con quello che il marchese Raffaello Mansi Orsetti aveva inviato nel 1921 a Lucca alla mostra dedicata al pittore lucchese e l'anno seguente a Firenze a quella dedicata alla pittura italiana del Sei e Settecento. Esso compare anche in un inventario manoscritto ottocentesco (A.S.L., Mansi, 317, n.n.), e nella Guida di Lucca di Enrico Ridolfi (1877, p. 68). Dal punto di vista stilistico, il dipinto è situabile verso la metà del XVII secolo, ossia nel periodo maturo della produzione del Paolini, cui si debbono alcuni ritratti anch'essi di sorprendente naturalismo come le due figure qui rappresentate: si vedano a confronto il "Ritratto virile" già in collezione Marchesi a Roma o l' "Uomo che scrive alla lucerna" a Lucca in collezione Mazzarosa. Nei ritratti di questo periodo, l'artista, oltre a cogliere i personaggi nella loro individualità psicologica, li carica di significati simbolici, sempre attinenti alla separazione fra vita terrena e vita spirituale, vita attiva e vita contemplativa. Paolini riielabora temi già trattati in precedenza, privandoli, però, di quella tensione drammatica e di quella incisività luministica derivate dal naturalismo nordico, appreso a Roma, che caratterizzano le sue opere giovanili
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100211715
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • ISCRIZIONI a sinistra su uno dei volumi aperti sul tavolo - Pietro Paolini - corsivo -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO AUTORE - Paolini Pietro (1603/ 1681)

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'