lapide commemorativa, opera isolata - bottega piemontese (metà sec. XVIII)

lapide commemorativa,

Lapide con iscrizione incisa e dipinta in nero, profilata da una sottile cornice incisa, ancorata con ganci metallici alla parete

  • OGGETTO lapide commemorativa
  • MATERIA E TECNICA marmo bianco/ incisione/ pittura
  • LOCALIZZAZIONE Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La lapide commemora il padre Sebatiano Valfrè, entrato nella Congregazione di San Filippo Neri il 26 maggio 1651e distintosi per la sua grande attività di ministero, specialmente attraverso il catechismo. Grazie al suo operato e alla grande considerazione in cui era tenuto nella corte torinese, riuscì ad ottenere, nel 1675, dal duca Carlo Emanuele (donazione poi confermata dalla vedova Maria Giovanna Battista di Nemours) due giornate di terreno per poter costruire una nuova chiesa più grande e decorosa di quella intitolata a San Eusebio, in cui i filippini provvisoriamente avevano trovato riparo (L. Tamburini, Le chiese di Torino dal Rinascimento al Barocco, Torino 1968, pp. 243-244; G. F. Gauna, San Filippo Neri e la sua congregazione in Torino, in A. Contardi (a cura di), La chiesa di San Filippo in Torino. Itinerario culturale, Torino 1995, pp. 5-6). Morto nel 1710, venne seppellito "provvisoriamente" in prossimità del pulpito dell'Oratorio di San Filippo, secondo quanto detto dal Craveri nel 1756 (G.G. Craveri, Guida dè Forestieri per la Real Città di Torino, Torino 1756, p. 69). Il Valfrè aveva abitato, durante la sua vita in San Filippo, in una piccola stanza al di sopra dell'Oratorio, ancora oggi conosciuta come "stanza del Valfrè": in essa trovava posto, murata a calce nel muro della parete d'ingresso, la lapide presa in considerazione in questa scheda. A partire dalla fine del Settecento, la stanza del beato cominciò ad essere oggetto di lavori di ristrutturazione, indirizzati al consolidamento delle pareti e delle strutture murarie, forse con lo scopo trasformarla in luogo di commemorazione e celebrazione della grandiosità d'animo del padre oratoriano. Il Tamburini, nel 1968, a tale proposito, menziona un Piccolo registro in cui sono descritte alcune minute spese fatte nel 1797 per sistemare la camera già abitata dal Valfrè ricordato nell'Inventario dè Registri appartenenti già alle Corporazioni religiose soppresse, conservato all'Archivio di Stato di Torino (L. Tamburini, opera cit. 1968, p. 330, n. 34). Di questo libretto si sono perse le tracce, ma la notizia della sua esistenza consente di affermare con sicurezza che già alla fine del secolo XVIII avevano avuto inizio i lavori di ristrutturazione, poi culminati nel 1835, anno della beatificazione del Valfrè, con la concessione da parte di papa Gregorio XVI di realizzare una vera e propria cappella nella stanza (G.I. Arneodo, Torino Sacra illustrata nelle sue chiese, nei suoi Monumenti Religiosi, nelle sue reliquie, Torino 1898, p. 169). La lapide commemorativa venne spostata una quindicina di anni fa e ancorata alla parete esterna della stanza del Valfrè (dove oggi è visibile), in seguito ai lavori di soppalcatura dell'abitazione dei padri oratoriani (comunicazione orale di padre Goi)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente morale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100205281
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • ISCRIZIONI al centro - D O M/ B.N. SEBASTIANUS VALFREDUS/ CONGRE.NIS ORATORIJ TAURIEN./ OBJT DIE 30 IANUARIJ 1710/ HUC. TRANSLATUS DIE 14 OTTOBRIS/ 1729/ DIE AUTEM 16 IULII 1753/ AP.LICA AUCTE. RECOGNITUS - lettere capitali -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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