RESTI DELL'ANFITEATRO ROMANO (anfiteatro, luogo ad uso pubblico)

Vercelli,

Nel 2006 sono state portate a termine le indagini nel sito dove sorgeva l'anfiteatro di Vercelli, già individuato nel 1994 in occasione di lavori di riqualificazione dell'area, nota come Ca' di Ratt. In quell'occasione erano stati effettuati saggi presso quegli edifici che presentavano resti di muri romani inglobati nel corpo edilizio moderno. In occasione delle indagini successive, è stata ampliata l'area di scavo in località Prati Sparviero, su una zona libera da edifici di 600 mq di superficie. Il complesso si colloca a S-E della città, con orientamento quasi perfetto E-W, in un'area che al tempo doveva costituire una zona suburbana extramuranea. Dal punto di vista strutturale, rientra nella categoria degli anfiteatri a struttura piena; le dimensioni rilevate (107x90 m.) evidenziano un'ellisse poco accentuata con arena piuttosto arrotondata. Si articola in tre maeniani di cui l'interno e l'esterno realizzati in muratura piena di conglomerato di ciottoli a formare piattaforme ampie rispettivamente 8 e 11 m. Il maeniano centrale è stato danneggiato da una trincea di spoliazione che ha asportato quasi interamente la struttura antica; si contraddistingue ancora per un sistema di sostruzioni radiali ravvicinate a sorreggere il terrapieno segmentato. L'asse maggiore è ricalcato a ovest dal corso della Roggia Molinara di Prarolo, la cui presenza che non ha permesso di raggiungere i piani di impostazione delle fondazioni ed eventuali persistenze dei piani di calpestio dell'ingresso originario. In corrispondenza dell'ingresso occidentale è stata rilevata la presenza di un ampio vano non collegato all'arena, di destinazione incerta, forse un sacello o un ambiente di servizio. L'elevato era in opus vittatum mixtum di ciottoli interi legati con malta tenace, alternati a doppi filari di laterizi presenti nell'alzato a cadenza di 0,90 m. La struttura doveva avere uno sviluppo in altezza notevole, con consistenti parti costruite ed una complessità quasi paragonabile a quella degli anfiteatri a struttura cava canonica. Nello svuotamento dei depositi sono stati recuperati frammenti di lastre di marmo lunense, pertinenti all'apparato decorativo del podio dell'arena, ed un piccolo frammento di lastra marmorea con decorazione a tema marino. Non è disponibile una stratigrafia che permetta la datazione della struttura; il confronto con altri anfiteatri della regione, quali quelli di Eporedia, Libarna, Pollenzo e Asti fa propendere, in via preliminare, per una cronologia a cavallo tra I e II sec. d.C., quando questo tipo di edificio da spettacolo si diffonde in Piemonte. Inoltre in questo lasso di tempo si registrano a Vercellae attività di riorganizzazione urbanistica e monumentalizzazione a cui si deve anche il complesso termale pubblico. Lo scavo ha registrato limitate frequentazioni dell'area posteriori alla distruzione del monumento: si tratta di poche tombe di inumati, alcune sconvolte, scavate nei residui dei terrapieni o presso le strutture murarie che dovevano essere ancora parzialmente visibili. Non hanno corredo e si inquadrano genericamente in età medievale. Lacerti di muri di una struttura costruita sui livellamenti delle macerie si appoggiava in parte alle murature romane, in parte risulta accuratamente costruita con mattoni rettangolari, legati da terriccio a matrice limo-sabbiosa. La datazione si pone genericamente tra basso medioevo e ampliamento rinascimentale della cittadella sabauda

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