resti di impianto termale di età romana (impianto termale, struttura abitativa)

Caraglio, ca I d.C - ca IV d.C

Tra il 1976 e il 1977, presso la cascina Plebania in frazione S. Lorenzo a Caraglio, si rinvengono strutture murarie in ciottoli legati da malta, in parte intonacate con laterizi triturati, e strati di crollo (tegole) riferibili ad un complesso termale costituito da tre ambienti coerenti (tepidarium, calidarium - con suspensurae in situ- e frigidarium). Due ambienti risultano absidati, rispettivamente larghi – da E a W – m. 5,85, m. 5,43, m. 4,48; la lunghezza non è stata accertata, ma potrebbe superare gli 8 m. Il primo vano absidato è identificabile come il frigidarium. Il pavimento degli altri due ambienti è realizzato in spesso cocciopesto poggiato su tegole piane, al di sotto del quale vi sono le sospensurae cilindriche, che permettono di identificarli come tepidarium e calidarium. Non sono stati individuati altri impianti termali (praefurnium, sale dei bagni, palestre, ecc.), né è possibile definirne una funzione pubblica o privata (parte di una eventuale villa). Le murature sono in ciottoli, alcuni dei quali spaccati, e pochi frammenti laterizi, legati con abbondante malta bianca. Ad W delle terme vi è uno stretto passaggio, forse una piccola strada acciottolata, oltre la quale vi è un ulteriore complesso ad ampi vani irregolari, riferibile ad ambienti di servizio costruiti in fasi successive. I muri sono realizzati con grossi ciottoli apparentemente non legati, la cui distruzione è databile in base alle monete a alla ceramica rinvenuta sotto il crollo del tetto, alla metà del IV sec. d.C. Nel 2010 si rinviene un lungo muro presso il perimetrale settentrionale della cascina Plebania, con il medesimo orientamento degli ambienti termali. In base ai molti materiali rinvenuti, tra cui diverse monete, è possibile datare la fase di vita della struttura tra il I e il III sec. d.C. Una seconda fase, databile III-IV sec. d.C., è caratterizzata da un piccolo nucleo funerario costituito da due tombe terragne ad incinerazione (e altre sconvolte)che restituiscono ceramica comune (olpi e urne), terra sigillata, pareti sottili; lucerna; balsamari vitrei; monete

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