Soffitto

soffitto a cassettoni 1482-1488

Soffitto ligneo composto da 66 formelle dipinte. Il repertorio decorativo spazia da stemmi e motti, sia civili che religiosi, a immagini di animali, a invenzioni fantastiche con richiami alla mitologia o al senso grottesco.

  • FONTE DEI DATI Regione Emilia-Romagna
  • OGGETTO soffitto a cassettoni
  • MATERIA E TECNICA legno/ intaglio parziale/ pittura
  • MISURE Lunghezza: 555 cm
    Larghezza: 614 cm
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Pinacoteca Comunale di Faenza - Faenza
  • LOCALIZZAZIONE Pinacoteca Comunale di Faenza - Faenza
  • INDIRIZZO Via S. Maria dell'Angelo, 9
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il soffitto ligneo della sala proviene da una casa faentina di Corso Saffi ed è stato collocato in questa sala nel 1921. Recentemente studiato da Anna Tambini, che ne ha pubblicato anche varie immagini nel suo volume dedicato al Rinascimento nella storia delle arti figurative a Faenza, è databile agli anni 80 del Quattrocento. La datazione è possibile grazie alla presenza, in alcune delle 66 formelle che compongono il soffitto, di uno scudo bipartito che abbinano il tradizionale stemma dei Manfredi o la palma fiorita di Galeotto alla sega dei Bentivoglio, a testimonianza delle nozze avvenute nel 1482 tra Galeotto Manfredi e Francesca Bentivoglio. Altre formelle riportano il motto di Galeotto “Iustus ut palma florebit”, la scritta araldica dei Manfredi “Wan ich Mach” riportata anche nella versione italiana “farò quanto pur spero”. Stemmi e motti sono intervallati da immagini di animali e da invenzioni fantastiche, ripetute con poche varianti, ma ugualmente affascinanti per l’eleganza del segno, l’originalità di alcuni soggetti e un realismo al limite dell’iperbolico. Caratteristico disegno di queste formelle è l’inserimento dei delfini, un tema svolto con varietà di soluzioni: ora sembrano balzare dal fondo per abbeverarsi ad una magica coppa, ora esibiscono una fiorente cosa simile a un trofeo di foglie, ora sono cavalcati da un putto che brandisce una lunga asta. Immagini di animali con agili levrieri che azzannano leprotti e cerbiatti, un leone che incede fiero ma anche invenzioni come corpi striscianti di bruchi, dorsi di tartarughe e divertenti profili caricaturali, che deformano la realtà caratterizzano, i disegni di alcune formelle. Davvero particolari, e veri prototipi anticipatori di alcuni disegni nelle decorazioni a grottesche che si diffonderanno a partire dall’inizio del Cinquecento, sono i mascheroni dalle cui bocche nascono cornucopie o dalle cui orecchie escono serpi fantastiche. Infine non si possono non segnalare i disegni con il motivo dei due amanti, delineati con capacità e con un puntuale realismo nella foggia dei costumi e delle acconciature secondo la moda del tempo. Motivi e gusti pittorici riscontrati nei disegni di queste formelle che sono consoni, secondo Anna Tambini, alla pittura tra Bologna e Ferrara nell’ultimo quarto del Quattrocento.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • ENTE SCHEDATORE CRC srl Bologna
  • PUBLISHER Servizio Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0