San Benedetto e San Galgano (dipinto), Niccolò di Segna (1331-1345)

dipinto, 1331-1345

I due santi sono ritratti a mezzo busto, con aureola, mentre incedono l'uno dietro l'altro. San Benedetto tiene un libro con la mano sinistra e San Galgano reca fiori.

  • FONTE DEI DATI Regione Emilia-Romagna
  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 10
    Larghezza: 12
  • ATTRIBUZIONI Niccolò di Segna (notizie-1331-1345)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Pinacoteca Comunale di Faenza - Faenza
  • LOCALIZZAZIONE Pinacoteca Comunale di Faenza - Faenza
  • INDIRIZZO Via S. Maria dell'Angelo, 9
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tavoletta è dipinta a tempera su fondo oro con due figure di Santi. Il primo, un vecchio monaco in saio bianco, con un’asta in mano e un libro rosso è identificabile con San Benedetto, l’altro santo porta i fiori, è un giovane imberbe con corti capelli vestito di tunica rossa su veste rosso marrone è identificabile con San Galgano. Donata da Arnaldo Minardi negli anni dopo la seconda Guerra Mondiale questa tavola è stata convincentemente attribuita da Anna Tambini a Nicolò di Segna, datandola fra il 1330-1340. Il tempo ha alquanto danneggiato le condizioni della tavoletta, ha scritto Anna Tambini, dove si notano ampie cadute di colore, ma emerge nelle parti intatte quel particolare chiaroscuro, sapientemente sfumato e quel cromatismo vivace e brillante che distinguono lo stile di Nicolò. Anche la decorazione elaborata delle aureole e il motivo, iconograficamente assai originale, degli alberelli fra le figure, confermano la raffinatezza dell’artista. Egli ci sembra qui rimeditare, un maniera personale, la tradizione di Duccio. Le modulazioni lineari (il bordo dell’ampia scollatura di S.Galgano, il ritmo del mantello sopra all’abito dalla spalla leggermente scesa, il pastorale del S.Benedetto col ricciolo ben disegnato) e il colorismo vivace distinto da note di rosso vivo e di bianco pastoso, sono nell’ambito della tradizione pittorica senese, ma il motivo degli alberelli tra le figure suggerisce già un contatto con la fantasia gotica di Simone Martini, mentre il chiaroscuro conferisce agli incarnati una nuova nota di corposità, evidente soprattutto nel S.Benedetto.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • ENTE SCHEDATORE CRC srl Bologna
  • PUBLISHER Servizio Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0