Madonna con Bambino con San Giovanni Evangelista e Sant'Antonio da Padova (dipinto), Biagio d'Antonio Tucci (1483-1504)
dipinto
1483-1504
Biagio d'Antonio Tucci (1440-ca. -1516)
1440-ca. -1516
Al centro su trono è raffigurata la Madonna col Bambino rivolto verso San Giovanni, alla sua destra, mentre alla sua sinistra è raffigurato Sant'Antonio da Padova. Simbolo cristologico nella predella.
- FONTE DEI DATI Regione Emilia-Romagna
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tavola/ pittura a olio
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MISURE
Altezza: 60
Larghezza: 48.5
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ATTRIBUZIONI
Biagio d'Antonio Tucci (1440-ca. -1516)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Pinacoteca Comunale di Faenza - Faenza
- LOCALIZZAZIONE Pinacoteca Comunale di Faenza - Faenza
- INDIRIZZO Via S. Maria dell'Angelo, 9
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera appartiene ad un nucleo di tavole che, conservate a Faenza o in Toscana, erano state attribuite a Giovanni Battista e ad Andrea Utili. Nel 1935 Grigioni provò la presenza di Biagio D'Antonio a Faenza e identificò in Giovanni Battista Utili l'artista Giovan Battista Bertucci il Vecchio. Corbara e Golfieri rintracciarono i documenti relativi a due tavole dell'Artista, databili al 1483 e al 1504. Questa tavola era stata attribuita ad Andrea Utili dal Valgimigli (1869) e da Argnani (1881). L’opera venne commissionata dalla vedova di Vincenzo Bazzolini con un atto del 1504, reso noto dal Grigioni, per ornare l’altare della cappella di famiglia nella chiesa di San Francesco a Faenza. Vi rimase esposta fino al momento delle soppressioni napoleoniche, quando dal suo luogo originario è approdata in Pinacoteca, dove ancora oggi si può ammirare. L’opera ha avuto una complessa vicenda attributiva prima che il Corbara riconoscesse nella pala della Pinacoteca quella commissionata al D’Antonio dalla vedova Bazzolini. Intuizione confermata dal restauro del dipinto del 1949, che ha rivelato la perfetta aderenza del soggetto alla descrizione della committente, dopo avere restituito la vera identità dei due santi laterali, che figuravano a causa di una ridipintura forse seicentesca, come Bonaventura e Bernardino da Siena. Lo stile di quest’opera è tipico di quello della tarda attività del pittore dove, anche se le figure dei santi sono ancora legate al linguaggio verrocchiesco, la parte centrale della Vergine in trono con il Bambino è decisamente affine alla coeva pittura romagnola. La commissione del dipinto prevedeva anche un coronamento raffigurante un’Annunciazione, che purtroppo è andata perduta.
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
- ENTE SCHEDATORE CRC srl Bologna
- PUBLISHER Servizio Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0