Ritratto di Antonio Berti

palazzo, 1907

L'effigiato è ritratto a mezzo busto, con baffi e occhiali sottili. Di questo ritratto c'è anche la matrice in gesso

  • FONTE DEI DATI Regione Emilia-Romagna
  • OGGETTO palazzo
  • MATERIA E TECNICA bronzo
    gesso
  • MISURE Profondità: 38
    Altezza: 73
    Larghezza: 47
  • ATTRIBUZIONI Rambelli Domenico (1886 -1972)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Pinacoteca Comunale di Faenza - Faenza
  • LOCALIZZAZIONE Pinacoteca Comunale di Faenza - Faenza
  • INDIRIZZO Via S. Maria dell'Angelo, 9
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Opera presentata alla Biennale di Venezia del 1907. Antonio Berti fu il maestro nella Scuola di Disegno e proprio in quegli anni terminò con il pensionamento la sua lunga stagione di insegnante culminata con la formazione del gruppo di artisti del cenacolo baccariniano. Questo ritratto, eseguito anche per esprimere riconoscimento al proprio maestro non nascondendone l’autorità quasi paterna, introduce nella produzione giovanile di Rambelli una qualche sensibile novità stilistica. Se infatti,come ha scritto Orsola Ghetti Baldi (1980), è emblematica di un cambiamento nell'arte di Rambelli, rispetto agli anni precedenti: "Il modellato del volto è piuttosto impressionistico, influenzato ancora da quello di Domenico Baccarini per rimanere all'esempio più vicino al Rambelli - oltreché, naturalmente, dai "grandi" M. Rosso e A. Rodin, presente quest'ultimo... , oltre al gusto appreso dal Berti e dall’accademia per un’arte naturalista composta classicamente, comincia a manifestarsi un tentativo di autonomia nella cagliatura che Rambelli impone alla materia, nella condensazione dei piani che impedisce al modellato di frantumarsi nelle mille sottolineature veriste di ritratti come l’uomo malato del 1905. E’ ancora naturalismo, ma in questo esempio presenta come una digitazione per sommi capi ben visibile nel gesso e in particolare nel modo di tratteggiare dei baffi e di altri particolari del viso. Trapela in quest’opera un’aspirazione di fondo a comporre per blocchi sintetici e a ridurre pertanto i valori descrittivi. Inoltre il busto è più grande del vero, cosa che parve inutile ai critici di allora, ma che forse potremmo già sentire come un preannuncio dell’ambizione monumentale dello scultore. Come si apprende da una lettera del Sindaco al Direttore della pinacoteca l'opera fu donata al Comune nel 1914 "per dono gentile di alcuni concittadini".
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • ENTE SCHEDATORE CRC srl Bologna
  • PUBLISHER Servizio Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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