Natura morta del pescatore

dipinto 1971
  • FONTE DEI DATI Regione Emilia-Romagna
  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 50 cm
    Misure varie: 72,5x82,5 con cornice cm
    Larghezza: 60 cm
  • ISCRIZIONE DE GREGORIO
  • ATTRIBUZIONI De Gregorio Giuseppe (1920 -2007)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Pinacoteca Comunale di Faenza - Faenza
  • LOCALIZZAZIONE Pinacoteca Comunale di Faenza - Faenza
  • INDIRIZZO Via S. Maria dell'Angelo, 9
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Gli oggetti che popolano le tele di De Gregorio, foglie, pesci, farfalle, bucrani, granceole, sono presenze di ascendenza surreale, fossilizzazioni di vita animale e vegetale, che gradualmente diventano decifrabili pur mantenendo una forte caratterizzazione immaginativa, della materia che si fa e si disfa in una perenne alternanza di vita e di morte. Nel 1964 è invitato alla Biennale di Venezia e l’anno dopo, approfondisce i suoi “racconti” di immagine. Negli anni Settanta l’artista coglie nelle tele la vitalità di microcosmi naturali, con accese cromie accordate su gamme preziose di toni luminosi, elaborando una nuova “geologia del paesaggio”. Emerge il forte temperamento cromatico dell’artista grazie ad una tavolozza di straordinaria vitalità, che anima e alleggerisce la materia pittorica facendola vibrare tanto da far quasi levitare e pulsare le immagini, incentrata nella Natura morta del pescatore (1971), su gamme di rosa, viola e grigi e in Natura morta con foglie (1973) sui verdi con accensioni improvvise di bianchi. Un raffinato tonalismo giocato su alleggerimenti luminosi di squarci di luce che animano le ombre profonde, affidato ad con un colore di alta resa emotiva. Sono opere caratterizzate da un senso di sospensione, di metafisico silenzio, da un equilibrio tra emozione e realtà, tra conoscenza ed immaginazione, tra percepito e liricamente intuito. È questa la fase cui ricondurre i dipinti in esame, dove l’artista enuclea “in vitro” una «camera magica entro cui i filtri e le radiazioni siderali operano la demistificazione dell’ambiguità del rapporto interno-esterno, oggetto-ambiente». (G. CARANDENTE 1974, p. 16). La visione del mondo che propone De Gregorio è trasposta, come cristallizzata, «le forme-oggetto non appartengono più ad una realtà quotidiana, rinascono in una diversa natura cosmologica, da una sorta di glacializzazione, instauratrici di una mitologica preistoria di una diversa, sconosciuta civiltà». (L. VINCA MASINI 1971, p. ) Questo testo è parte della scheda di Antonella Pesola per il catalogo della Collezione Bianchedi-Bettoli/Vallunga pubblicato da Bononia University Press nella collana Cataloghi dell’Istituto per i Beni Artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • ENTE SCHEDATORE Pinacoteca Comunale di Faenza
  • PUBLISHER Servizio Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO AUTORE - De Gregorio Giuseppe (1920 -2007)

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - 1971