Macello (Ravenna)

1897 - 1975
  • FONTE DEI DATI Regione Emilia-Romagna
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il macello vecchio di Ravenna consisteva originariamente in un unico ambiente sovrastante il Canale del Mulino, adibito a stazione di monta in seguito alla realizzazione del macello nuovo, costruito tra il 1897 ed il 1900, su progetto di Costantino Pirotti e direzione dei lavori di Cesare Bezzi. Il complesso di Borgo San Rocco, aperto nel 1902, presentava un impianto planimetrico costituito da sei fabbricati disposti lungo il perimetro dell’area. Un settimo edificio, il macello bovini, venne realizzato in posizione centrale a suddividere l’ampio spazio interno al perimetro, in due corti distinte. La prima corte presentava, ai lati del macello bovini, la stalla bovini ed il macello pollame, di dimensioni minori. La seconda corte includeva la torre del serbatoio dell’acqua, la quale rappresentava il fabbricato più alto del complesso. I lati minori della corte erano inoltre occupati dal macello dei lanuti e dei suini. La facciata principale della struttura che comprendeva gli uffici, la stanza delle guardie daziarie e l’alloggio del custode, venne realizzata in mattoni a vista. L’ingresso ad arco, con un cancello in ferro costruito dalle Officine Savini, Babini e Sangiorgi, venne concluso da una trabeazione di cornici in cotto, che recava l’insegna con la scritta ‘Macello’, insieme all’emblema del comune di Ravenna, entrambi realizzati in bronzo. L’edificio d’ingresso, compreso tra due ali simmetriche, venne parzialmente distrutto dagli eventi bellici del giugno 1944; si conservò solo la parte sinistra, caratterizzata dalla presenza di quattro finestre ad arco a tutto sesto. Sopra le aperture, quattro medaglioni rotondi recavano ciascuno un bassorilievo in marmo bianco con la testa di un bovino, un suino, un ovino e di un gallinaceo. I bassorilievi erano opera di Attilio Maltoni, scultore ravennate attivo tra il 1862 e il 1911, premiato all’Esposizione Internazionale di Parigi del 1889. Dopo un lungo periodo di abbandono, seguito alla dismissione avvenuta negli anni settanta, il macello è stato ceduto ad una società privata nel 2003. Il progetto di recupero, non ancora attuato, prevedeva il restauro e il consolidamento dei fabbricati esistenti, e diverse destinazioni d’uso: direzionale e artigianato, un ostello, sala convegni, sala lettura, palestra, un ristorante ed un birrificio. Gli unici interventi realizzati sino ad ora riguardano la messa in sicurezza su via Serra e nella retrostante piazza.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Architettura
  • ENTE SCHEDATORE Settore Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna
  • PUBLISHER Servizio Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0