Laneria Hirsch (Ferrara)

1885 - 1982
  • FONTE DEI DATI Regione Emilia-Romagna
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Alla fine dell’Ottocento Carlo Hirsch, dopo aver lavorato col proprio padre nel commercio di maglierie, decise di impiantare nella sua casa un laboratorio per la lavorazione a mano di berretti in lana. Nel 1885, il laboratorio si trasferì nei locali di palazzo Rondinelli, già Casa Degli Esposti. Recatosi in Germania l’anno successivo, Hirsch vide all’opera alcuni impianti per la lavorazione meccanica di tessuti di lana e decise di introdurli anche nel suo stabilimento. In breve tempo la fabbrica si specializzò nella produzione di scialli, diventando una delle più importanti imprese italiane del settore. Negli stessi anni la società divenne proprietaria di un laboratorio situato lungo il corso del Volano, fuori Porta Reno. Lo stabilimento, diretto da Arturo Rebecchi, impiegava circa settanta operai, addetti al funzionamento di trenta macchine a vapore, con le quali venivano confezionati sciarpe, scialli e berretti. Nei locali di palazzo Rondinelli, si trovava ancora il magazzino e il laboratorio di maglieria diretto da Umberto Odorati, dove una manodopera quasi esclusivamente femminile produceva copribusto e maglie ciclistiche. Si procedette quindi all’ampliamento definitivo della sede centrale con la costruzione del fabbricato ad un piano adiacente palazzo Rondinelli. Nel corso del 1897, le industrie Hirsch dovettero incontrare alcune difficoltà, tuttavia dall’anno successivo si registrarono evidenti segnali di ripresa che portarono la ditta a diventare la prima scialleria italiana, anche dopo la distruzione del lanificio Reggio a seguito di un incendio avvenuto nel 1907. Due anni dopo l’accaduto, parte dell’area su cui sorgeva il lanificio venne rilevata dalla Hirsch che vi impiantò un centinaio di macchinari, dando lavoro agli operai rimasti disoccupati dopo la distruzione della fabbrica concorrente. Nel 1912 la società assunse la denominazione di Industrie Riunite Hirsch Odorati, associando alla proprietà il nome del direttore del laboratorio ed occupando quasi tutti gli operai impiegati nelle bonetterie ferraresi. Dopo il primo conflitto mondiale vennero acquistati nuovi macchinari per sostituire quelli andati distrutti e la ditta mutò nuovamente ragione sociale, diventando anonima e triplicando il proprio capitale. Alla morte di Carlo Hirsch, avvenuta nel 1923, il figlio Renato ereditò un’industria che esportava in tutto il mondo, superando il monopolio tedesco ed aprendo nuovi stabilimenti a Comacchio e Castel San Giovanni. La Società Anonima Hirsch Odorati continuò la sua produzione fino al 1943 quando il secondo conflitto mondiale ma soprattutto le persecuzioni razziali, costrinsero la famiglia Hirsch a fuggire da Ferrara. Lo stabilimento fu rilevato e rimase attivo fino alla definitiva chiusura, avvenuta nel 1982, seguita dalla parziale demolizione decisa alcuni anni più tardi e la sostituzione con un edificio residenziale che ha conservato l’ingresso della fabbrica.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Architettura
  • ENTE SCHEDATORE Settore Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna
  • PUBLISHER Servizio Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0