Polverificio Società Italiana Prodotti Esplodenti Nobel (Spilamberto)

1510 - 1995
  • FONTE DEI DATI Regione Emilia-Romagna
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La fabbrica di polveri da sparo sorgeva su una vasta area, nota anche come 'Le Basse', distante dal centro abitato di Spilamberto, delimitata da un lato dalla Strada del Passo Brasa o Vignolese, dall'altro dal corso del fiume Panaro. La costruzione del polverificio è attribuita al Duca Alfonso I d'Este che, intorno al 1510, decise di edificare un impianto per la produzione della polvere da sparo necessaria alle armi da fuoco dell'esercito estense. La scelta cadde su un terreno di proprietà della famiglia Rangoni, caratterizzato dalla presenza di alcuni canali. La produzione della polvere da sparo venne così affidata alla lavorazione di un mulino, detto 'pistrino'. L’impianto, nelle epoche successive, fu ripetutamente ampliato a causa delle mutate esigenze produttive e di alcuni incidenti che determinarono la realizzazione di strutture funzionali e sicure. Intorno alla prima metà dell'Ottocento, il polverificio era costituito da due pistrini, un granitoio, un lustratoio, un magazzino per l’incarto delle polveri, una stalla, un’abitazione, un magazzino per legnami ed un asciugatoio. I pistrini, ovvero i mulini, macinavano le sostanze esplosive, nel granitoio aveva luogo il processo di granulazione della polvere che passava nel lustratoio, dove veniva lucidata per sfregamento e, infine, nell’asciugatoio per l’essicazione definitiva. Lo stabilimento conobbe un periodo di produttività durante l’occupazione napoleonica, risale a quell'epoca la costruzione dell'asciugatoio, noto come la 'Napoleona’. Nel 1861, in seguito a un grave incidente, il governo nazionale decise di chiudere l’impianto e venderlo a privati che, nel 1869, rilevarono la proprietà e ripresero l’attività. Nel 1901 la fabbrica venne acquistata dalla Società Italiana Prodotti Esplodenti Nobel. Lo stabilimento fu ampliato ed ebbe un incremento della produzione nel corso del primo conflitto bellico. Nel corso degli anni trenta vennero costruiti nuovi impianti per il trattamento della pentrite, della dinamite e della nitrocellulosa. Durante il secondo conflitto bellico, fu costruito uno spolettificio e un reparto per il caricamento delle mine. Lo stabilimento fu quindi gravemente danneggiato durante i bombardamenti del 1943. Alla fine della guerra venne attivata una linea produttiva di dinamite e razzi antigrandine. Negli anni settanta, sotto la proprietà della Società Navigazione Industriale Applicazione Viscosa, cessò la produzione di dinamite e venne potenziata la produzione di nitrocellulosa. Nel 1990 le produzioni militari vennero definitivamente interrotte. Nel 1992 lo stabilimento fu ceduto alla Société Nationale des Poudres et Explosifs di Bergerac, che disporrà il trasferimento della produzione in Repubblica Ceca e l’interruzione delle attività, avvenuta nel 1995. Il polverificio, dichiarato di interesse culturale nel 2007, è stato oggetto di un accordo di programma siglato nel 2004, modificato nel 2009 e infine annullato nel 2010, che prevedeva l’insediamento nella fabbrica di un polo scientifico e tecnologico.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Architettura
  • ENTE SCHEDATORE Settore Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna
  • PUBLISHER Servizio Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0