Fonderie Riunite (Modena)

1938 - 1983
  • FONTE DEI DATI Regione Emilia-Romagna
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La Società Anonima Fonderie Riunite Ghisa Malleabile, iniziò l’attività di fonderia di ghisa speciale, comune e malleabile, nel 1938. Il proprietario Adolfo Orsi, aveva rilevato la Società Anonima Fonderie Ghisa Malleabile Cremonini, una piccola azienda costituitasi nel 1929, trasferendola in un nuovo stabilimento poco distante dalle Acciaierie Ferriere, altra industria di sua proprietà. La nuova costruzione, terminata nel 1938, venne edificata su progetto di Giuseppe Scianti. Dietro gli uffici, il cui prospetto si deve all’intervento di Alceste Giacomazzi, vennero collocati i reparti di lavorazione che in origine erano costituiti da quattro capannoni, separati da un cortile centrale. Nel 1947 si verificò la prima vertenza, conclusa con il licenziamento di diversi operai. Adolfo Orsi, sottraendosi alle trattative con il sindacato, diede disposizione di impedire l'ingresso in fabbrica ai lavoratori licenziati. Si verificava così la prima serrata delle Fonderie, che si concluse con il successo del sindacato e la riapertura della fabbrica. Nel 1949, Orsi cominciò a lamentare il bilancio passivo e il cottimo collettivo e iniziò un'altra lunga vertenza. Si arrivò ad una tregua soltanto nel mese di luglio, interrotta poi a novembre con la decisione di licenziare altri dipendenti e di sospendere ogni attività dello stabilimento alla Crocetta. Orsi interruppe le trattative con il sindacato e a dicembre effettuò la seconda serrata alle Fonderie, appoggiato dalle forze dell'ordine. La mattina del 9 gennaio 1950, in assenza di accordi scritti tra direzione e sindacati, venne proclamato uno sciopero generale di solidarietà con i lavoratori delle Fonderie. La questura, prevedendo il tentativo di occupare non solo le Fonderie Riunite ma anche altre fabbriche, aveva disposto rigide misure di sicurezza. Ventimila persone cominciarono a radunarsi nella zona industriale. Le forze dell’ordine, dopo aver allontanato alcuni operai che tentavano di entrare nella fabbrica, aprirono il fuoco contro i manifestanti, uccidendo sei persone. Dopo questi tragici eventi le Fonderie Riunite passarono al gruppo Cremonini e cambiarono la denominazione in Fonderie Ghisa Malleabile; la nuova gestione durò alcuni anni e nel 1952 rientrò la famiglia Orsi. Nel 1953 furono aggiunti alcuni corpi di fabbrica agli edifici esistenti, nei quali furono collocati i locali della sabbiatura, delle stufe e dei magazzini. La crisi di liquidità del gruppo Orsi, costrinse i proprietari a cedere nuovamente la fabbrica che venne data in gestione direttamente agli operai che vi lavoravano. Tale gestione, iniziata nel 1966, avviò un graduale rinnovamento dell’azienda, interrotto dalla recessione economica del 1971. Le Fonderie di Modena, divenute una società cooperativa a responsabilità limitata nel 1973, si unirono alla Cooperativa Fonditori nel 1982. Non rientrarono nell’accordo tra le due società solamente i beni immobili, ceduti nel 1983 all’amministrazione comunale modenese. Nel 1999 le Fonderie sono state inserite in un progetto, poi rimasto inattuato, che prevedeva la loro trasformazione nella sede unificata dei servizi di prevenzione della USL. Nel 2008, al termine di un percorso di progettazione partecipata, il Comune di Modena ha bandito un concorso di idee per la riqualificazione urbanistica ed architettonica dell'area. Nel 2019 il Comune ha annunciato l’accordo con la Regione Emilia-Romagna per l’avvio della prima fase dei lavori. Il progetto è stato affidato all’architetto Sofia Cattinari, vincitrice del concorso nel 2009. I lavori del primo stralcio, in partenza nel 2020, prevedono il recupero della palazzina uffici che diventerà sede dell’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea di Modena, con biblioteca, spazi per conferenze e altre attività culturali, il cosiddetto "rettangolo del Novecento". I successivi due stralci riguarderanno l’area dell’edificio industriale, e avranno come obiettivo la realizzazione del Distretto per l’Accelerazione e lo Sviluppo della Tecnologia – Dast, dedicato all’innovazione nel campo delle tecnologie del settore automotive e, più in generale, per la mobilità sostenibile, con opportunità anche per lo sviluppo di startup, il cosiddetto "quadrato dell’innovazione". Il progetto vede la collaborazione con l’Università di Modena e Reggio Emilia, la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e Democenter. Nel quarto e ultimo stralcio si ipotizza, nella zona a est dell’area, la realizzazione di nuovi edifici per attività complementari al comparto. Non saranno realizzate, diversamente da quanto previsto nel progetto originale, aree per attività commerciali e residenziali. Nell’intervento è prevista anche la riqualificazione della zona del monumento dedicato ai caduti del 9 gennaio 1950, mentre Hera ha in programma un bando, in collaborazione con il Comune, per realizzare un’iniziativa di street art che inserisca la torre piezometrica nel percorso sulla memoria storica.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Architettura
  • ENTE SCHEDATORE Settore Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna
  • PUBLISHER Servizio Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0