Macello (Parma)

1901 - 1974
  • FONTE DEI DATI Regione Emilia-Romagna
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il macello venne realizzato dall’Amministrazione Comunale di Parma nel 1901, su di un terreno di circa un ettaro, precedentemente occupato dal Bastione di San Benedetto, fuori dalla Barriera Saffi. Il complesso era composto da alcuni fabbricati tra loro separati, chiusi entro un muro perimetrale, secondo un impianto planimetrico a corte. Dopo uno studio preliminare redatto da Cornelio Guerci e Sincero Ugolotti, il progetto esecutivo del macello venne predisposto da Sante Bergamaschi, allora responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune, tra il 1899 ed il 1900; il progettista aveva curato l’opera nei minimi dettagli, arrivando al punto di disegnare in scala reale alcuni particolari dei serramenti e dei portoni poi realizzati dall’impresa milanese di Onofrio Belloni, e delle cancellate, costruite dalla ditta locale di Antonio Cugini e Giovanni Mistrali. La struttura restò in attività, con i necessari adeguamenti ai processi di macellazione, fino al 1974, anno in cui il macello fu trasferito nella zona annonaria del Cornocchio e il complesso demolito, tranne il fabbricato di ingresso sul fronte laterale e le due palazzine attestate sul fronte principale. La corte interna, che aveva ospitato gli edifici destinati alla macellazione, è stata trasformata in un parco pubblico. A seguito della loro dismissione e del trasferimento nella nuova sede del Cornocchio, gli immobili superstiti, hanno dapprima ospitato la sede di un istituto pubblico e quindi, dopo un periodo di abbandono durato alcuni anni, sono stati assegnati in concessione ad un circolo privato che lo ha gestito fino al 2005, anno in cui il complesso è stato oggetto di lavori di ristrutturazione, conclusi nel 2007. L’anno seguente il macello è stato dichiarato di interesse culturale e dal 2010 è diventato sede di un centro culturale.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Architettura
  • ENTE SCHEDATORE Settore Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna
  • PUBLISHER Servizio Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0