Ponte romano sul Rubicone

187 a.C. ca.-99 d.C. ca.

Il cosiddetto ponte consolare è una struttura a tre arcate in blocchi di calcare di Aurisina di varie dimensioni, disposti di testa e di taglio e connessi a mezzo di grappe di ferro, saldate con piombo a formare l'intera struttura del ponte. Le arcate poggiano su due piloni centrali impostati su di una piattaforma in lastre di marmo rosa. Più volte danneggiato e ricostruito nel corso della sua lunga storia sino al bombardamento subito durante l’ultimo conflitto mondiale, è stato ripristinato facendo ricorso ad una struttura portante in conglomerato cementizio quale nucleo su cui sono stati rimessi in opera, dove possibile, i blocchi romani superstiti, con integrazioni cementizie per le parti mancanti. Durante un recente intervento di restauro, che ha interessato i parapetti, è stata effettuata un'esplorazione nell'alveo del fiume in seguito alla quale si sono recuperati alcuni frammenti dei blocchi originari del ponte, che ora si trovano esposti nel giardini del Museo Archeologico. Controversa è l’epoca di costruzione del manufatto, che secondo alcuni risale all'epoca repubblicana ed è in diretta relazione con il tracciamento della via Emilia, di cui monumentalizza il punto in cui questa scavalca l’odierno torrente Fiumicino, mentre altri ritengono che rientri nel novero delle opere avviate da Augusto in concomitanza con il ripristino della strada consolare. Nei pressi del ponte è stata eretto, a ricordo degli eventi che portarono Cesare ad attraversare il Rubicone, una statua in bronzo del condottiero romano.

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