Città romana di Forum Livi / Forlì

187 a.C. ca.-476 d.C. ca.

Posto alla confluenza delle direttrici che percorrevano le valli del Montone, del Rabbi e del Ronco-Bidente, in un’area di forte coagulazione demografica soprattutto fra l’età del Bronzo e l’avanzata età del Ferro, il centro romano di Forum Livii sorge nel punto in cui la via Emilia supera il Montone. Sviluppatosi inizialmente ai lati del decumano massimo, costituito dalla strada consolare tracciata da Emilio Lepido, ebbe un progressivo ampliamento in senso est-ovest. I dati archeologici disponibili non sono tuttavia sufficienti per definire estensione ed organizzazione del tessuto urbano, che sembra comunque fortemente condizionato dalla situazione idrografica e dalle variazioni da essa subite nel corso dei secoli. All’ì'origine probabilmente piccolo centro di servizi, ebbe una costituzione municipale soltanto nel 90-89 a.C., una volta conclusa la guerra sociale, e fu iscritto alla tribù Stellatina come i vicini municipi di Forum Popili (Forlimpopoli) e Mevaniola (Galeata). Ne rimane sconosciuta la data di nascita, certamente posteriore al tracciato dell’Emilia, e mancano prove effettive di un suo legame con Livio Salinatore che - come vuole la tradizione - durante il consolato ne avrebbe promosso la fondazione.

  • FONTE DEI DATI Regione Emilia-Romagna
  • OGGETTO sito pluristratificato
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Come in molti altri centri di antica origine, la continuità di vita e l’impossibilità ad eseguire verifiche archeologiche estensive, dopo le grandi opere di rinnovamento urbanistico dell’ultimo Ottocento e del primo Novecento, rendono oltremodo difficile avere un’idea chiara della struttura della città e del suo schema ordinatore. Di Forlì non è stato identificato con esattezza neppure il foro, che alcuni ubicano nell'area di Palazzo Reggiani (corso Garibaldi) ed altri posizionano nel sito dell’ex Chiesa di Santa Maria in Piazza. L’area residenziale sembra localizzarsi ad oriente ed occidente del cardine massimo, lungo l’asse Malmissole-via Lazzarini. Non vi sono praticamente elementi che suffraghino l’esistenza di edifici a funzione pubblica, ma le strutture e i materiali rinvenuti sono sufficienti ad evidenziarne lo sviluppo urbanistico a partire dal periodo augusteo sino ai primi tre secoli dell’età imperiale. L’edilizia privata è testimoniata principalmente da mosaici pavimentali bianchi e neri e policromi (Casa Bedei, palazzo Morattini, Santa Maria della Ripa), mentre l’alto livello qualitativo raggiunto da alcune residenze è ben esemplificato dalla testa di divinità femminile (dea di via Schiavonia) appartenuta ad una statua marmorea, copia del I sec. a.C. di un originale greco. Come altrove, il nucleo urbano appare delimitato da impianti produttivi per la fabbricazione di laterizi e ceramiche (fornaci di piazza Ordelaffi, Porta Schiavonia, via Filopanti) e da aree sepolcrali, sorte spesso in stretta contiguità con la via Emilia. Da una di queste necropoli proviene la bella iscrizione di Gaio Castricio Calvo, ritiratosi nel nativo Forlivese dopo la carriera militare, contenente una serie di precetti per chi ama la famiglia ed ha davvero a cuore la cura della campagna.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Siti archeologici
  • ENTE SCHEDATORE Settore Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna
  • PUBLISHER Servizio Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0