Sito romano di Balneum / Bagno di Romagna

266 a.C. ca.-499 d.C. ca.

Il territorio di Bagno di Romagna si è sempre distinto fin dall'antichità per le sue specifiche qualità naturali, in primo luogo la posizione geografica, coincidente con un importante passaggio tra i due versanti dell'Appennino, e la presenza di una sorgente di acque calde minerali. Le testimonianze più antiche risalgono all'età eneolitica (III millennio a.C.), ma è con l'età del Ferro (I millennio a.C.) che si definiscono meglio i contorni dell'insediamento umano nella zona, caratterizzato da un popolamento di matrice umbra, ben testimoniato dalle fonti letterarie antiche ed esteso a tutto il comprensorio della vicina Sarsina. Un nuovo mutamento politico ed insediativo si verifica nel corso della prima metà del III sec. a.C. con l'attività espansionistica romana, che nel 266 a.C. porta alla conquista della valle del Savio. Per un certo periodo, grazie allo statuto federale concesso dai nuovi dominatori, l'area gode di una relativa autonomia, ma tra la fine del II e gli inizi del I sec. a.C. si avvia un definitivo processo di integrazione, sancito dalla trasformazione del vecchio centro indigeno di Sassina in municipium. Le sorti di Bagno sono strettamente connesse a quelle di Sarsina, infatti il centro, costituitosi da tempo con il nome di Balneum, finisce per ricadere nella circoscrizione amministrativa del nuovo municipio.

  • FONTE DEI DATI Regione Emilia-Romagna
  • OGGETTO insediamento
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Un tessuto insediativo di tipo sparso, formato in gran parte da edifici isolati, che privilegia punti generalmente posti in aree aperte e pianeggianti, interessa per lo più il fondo della valle (località Trino, a Marcolisi, alle Poggiole e tra Ca' di Bibo e Ca' di Pasquetto). Solitamente si tratta di abitazioni di impianto modesto ma comunque funzionale, con settori residenziali a cui si affiancano strutture di tipo artigianale-produttivo per garantire l'autosufficienza degli abitanti, come ben esemplifica la struttura scavata a Valbiano. Di carattere funerario è invece un altro importante documento archeologico che contribuisce alla ricostruzione del quadro insediativo e sociale di Balneum: la stele funeraria in marmo greco recuperata nei pressi di San Piero in Bagno, dedicata al veterano Vafro Clemente, vissuto tra il II e il III sec. d.C., nativo del luogo e qui ritiratosi al termine del servizio militare. Bagno di Romagna rimane comunque l'unica località per cui sia ipotizzabile una concentrazione insediativa, grazie all'esistenza di importanti servizi itinerari e termali, tali da portare alla costituzione di un piccolo centro abitato (vicus). L’elemento più caratterizzante sono senza dubbio le acque calde minerali, che hanno rappresentato per le genti della vallata un elemento di forte attrazione anche prima della conquista romana. I dati archeologici mettono in evidenza l’esistenza di un complesso architettonico imponente, frequentato dal II sec. a.C. al V d.C. ed articolato in due corpi principali, suddivisi da un lungo colonnato: un edificio ospitava il santuario o tempio dedicato ad una Ninfa, regina delle acque; l'altro, più ampio, costituiva l'impianto termale vero e proprio. La documentazione più significativa è emersa proprio in corrispondenza della polla termale: a seguito di opere di sistemazione nel 1962 sono venuti alla luce vari elementi architettonici, tra cui i ruderi di una scala che scendeva verso lo specchio d'acqua, frammenti ceramici e una grande quantità di monete. Per il suo interesse si segnala inoltre un bronzetto votivo muliebre ritrovato nelle terme di Sant'Agnese e conservato al Museo archeologico di Sarsina. Data l'importanza delle acque di Bagno e il grande afflusso di pellegrini nel tempo si è certo reso necessario un potenziamento dell’impianto balneare con l’incremento di vasche e la realizzazione di un complesso cultuale legato alla devozione popolare. E' ipotizzabile quindi che nel definitivo assetto di età imperiale, l'impianto di Balneum dovesse risultare alquanto vasto e articolato, arricchito anche di dotazioni particolari, quali ambienti e padiglioni coperti. Anche se la documentazione archeologica non oltrepassa la fine dell'età imperiale romana, si può supporre che nell'alto medioevo sia perdurata una frequentazione del luogo, seppur rarefatta rispetto al passato a causa della crisi economica e commerciale. A mutare radicalmente è stato il culto della fonte, che con la precoce cristianizzazione del territorio ha visto l'affermarsi della leggenda e del culto di Sant'Agnese che si sovrappose alla venerazione tributata alla pagana Nympha regina della fonte .Mancano invece indicazioni sul primitivo assetto del nucleo abitativo di Bagno: gli unici resti archeologici di un certo rilievo individuati vicino alle terme di Sant'Agnese appartenevano probabilmente ad una mansio, ovvero ad un luogo di sosta itineraria e di pernottamento.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Siti archeologici
  • ENTE SCHEDATORE Settore Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna
  • PUBLISHER Servizio Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0