Occupazione romana del territorio di Meldola

99 a.C. post-599 d.C. ca.

Collocata all'imbocco della valle del Bidente, lungo il tracciato stradale che, in partenza dalla via Emilia all'altezza di Forum Popilii, attraverso Mevaniola (Galeata), scavalcava l’Appennino terminando ad Arretium (Arezzo), l’area meldolese fu densamente abitata in età romana, come documentano sia ritrovamenti archeologici relativi alla presenza di diverse ville rustiche, sia numerosi relitti toponomastici risalenti all'epoca di occupazione del territorio da parte dei romani. Prima di allora la zona era stata probabilmente sotto il controllo di genti di ceppo umbro e poi di stirpe celtica. L’origine del più antico popolamento venne del resto confermata dall'imperatore Augusto che, nella sua divisione dell’Italia in regioni, incluse Meldola insieme a Sarsina e a Mevaniola nella Regio VI - Umbria e iscrisse il centro nella tribù Stellatina.

  • FONTE DEI DATI Regione Emilia-Romagna
  • OGGETTO insediamento
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L’interesse romano per le risorse idriche del sistema Ronco-Bidente e per le sorgenti intorno a Meldola trova la sua più concreta espressione nella costruzione dell’acquedotto voluto dall'imperatore Traiano per rifornire l’assetata città di Ravenna. Dell’imponente opera pubblica, realizzata in parte su arcate e in parte in cunicolo, la località Dozza ha conservato una testimonianza importante costituita da un lungo cunicolo con copertura tipica della tecnica edilizia romana. Altre tracce relative allo stesso impianto sono state individuate, anche di recente, in alcuni dei pozzi che si aprono nel sottosuolo cittadino. Saranno proprio la presenza dell’acquedotto e la necessità di rimetterlo in piena funzione per sopperire ai bisogni di Ravenna capitale in mano ai Goti a determinare un rinnovato interesse per Meldola, che fu scelta probabilmente come luogo di residenza di un alto funzionario della corte di Teodorico, responsabile del ripristino, della manutenzione e del controllo dell’opera idrica. Si tratta di una grandiosa villa, parte della quale giace ancora inesplorata nel sottosuolo dell’attuale centro storico, con stanze dotate di splendidi mosaici venuti in luce nell'area delle Case Traversari-Picchi (Museo Archeologico di Forlì). Uno degli ambienti di maggior prestigio è un’aula abisidata tutta decorata a motivi di ispirazione marina (inizi VI sec. d.C.): la soglia con motivi ad onde, il perimetro quadrangolare della stanza incorniciato da delfini, il vano absidale suddiviso in spicchi con scene marine alternate a ornamenti vegetali e volatili.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Siti archeologici
  • ENTE SCHEDATORE Settore Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna
  • PUBLISHER Servizio Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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