Città romana di Regium Lepidi / Reggio Emilia

175 a.C. ca.-399 d.C. ca.

Le testimonianze preromane nel centro della città sono rare ed incerte, tanto che si è dubitato dell'esistenza di un insediamento preesistente al sito romano, la cui fondazione viene solitamente riferita al secondo consolato di M. Emilio Lepido nel 175 a.C. E’ probabile che prima della costituzione ufficiale della cittadina qui vi fosse un punto di incontro tra elementi romani e locali, come lasciano supporre alcuni materiali archeologici recuperati negli strati più antichi dell'area urbana. E’ nella prima metà avanzata del II sec. a.C. che la documentazione archeologica rivela un'occupazione stabile ed organizzata, probabilmente urbanisticamente condizionata nelle fasi iniziali dall'andamento del torrente Crostolo, entro la cui ansa forse l’abitato si era dapprima concentrato. Nel territorio reggiano Regium Lepidi non ebbe probabilmente un ruolo dominante, poiché la sua importanza sembra paritaria a quella di Tannetum e Brixellum; anzi quest’ultimo per la sua funzione di nodo nevralgico delle comunicazioni per via terrestre e fluviale ebbe forse una certa preminenza. Certamente la città non raggiunse il rilievo della vicina Modena e solo in rare occasioni divenne scenario di episodi storici significativi, come l’uccisione di M. Giunio Bruto, oppositore di Silla, da parte di sicari di Pompeo (77 a.C.) o l'acquartieramento di Decimo Bruto agli inizi della Guerra di Modena contro Antonio (43 a.C.).

  • FONTE DEI DATI Regione Emilia-Romagna
  • OGGETTO insediamento
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE A partire dall'età augustea, Reggio Emilia dovette assumere una caratterizzazione più marcata grazie ad un piano di regolarizzazione urbanistica. Dall'insediamento iniziale di età repubblicana, piuttosto limitato, si passa quindi ad un agglomerato abbastanza esteso che utilizzava la via Emilia come decumanus maximus. L’altro asse generatore era il cardo, coincidente con l’attuale via Roma. L’area forense si trovava ad ovest del cardo e a sud del decumano; indizi della sua ubicazione sono emersi sotto la Curia (ambienti con mosaici) e nei pressi della basilica di S. Prospero (elementi architettonici). Non lontano dal foro, a nord della via Emilia, gli scavi sotto la sede del Credito Emiliano hanno riportato in luce due edifici pubblici, frutto di un’ulteriore sistemazione urbanistica che data all'età giulio-claudia: la basilica civile e un edificio di culto caratterizzato da una certa monumentalità. Il perimetro urbano era circondato da una cinta difensiva in filari di mattoni, di cui si sono visti alcuni tratti, specialmente nell'isolato di S. Rocco, mentre all'ingresso ovest della città il passaggio della via Emilia sul Crostolo era servito da un ponte a quattro/cinque arcate costruito o ristrutturato in età augustea. In quello stesso punto svettava, a sottolineare l'accesso all'area urbana, un monumento onorario di cui rimane una statua acefala di imperatore (Claudio?) patrono della città. Fra le opere di pubblica utilità realizzate nella primissima età imperiale va ricordato infine un acquedotto proveniente dalla zona sud-orientale, ricca di risorgive. Numerose testimonianze dell’edilizia privata consentono di ricostruire un quadro piuttosto completo del tessuto residenziale, ove prevalgono le tipiche domus con atrio aperto attorniato da ambienti di rappresentanza come stanze da pranzo (triclini) e soggiorni (tablini). E’ soprattutto grazie alla ricca serie di pavimenti venuti in luce in varie parti del reticolo urbano che si riesce a seguire l’evoluzione tipologica delle dimore cittadine, ove si passa dai pavimenti in cocciopesto, spesso decorati con tessere o frammenti di marmo, ai mosaici in bianco e nero o policromi, talora di grandi dimensioni negli edifici di maggior prestigio, ben esemplificati dalla domus fra le vie San Rocco ed Emilia Santo Stefano. In parallelo con il momento di massimo sviluppo della città, fra la metà del I sec. a.C. e la metà del I sec. d.C., anche le necropoli mostrano esempi di monumentalizzazione, specialmente nel tratto orientale della via Emilia. Una lenta decrescita urbanistica ha inizio nel II sec. d.C. e si fa ancor più evidente con la crisi del III sec. che investe l’intero impero, manifestandosi attraverso la riduzione del tessuto abitativo e produttivo e la sostituzione delle aree residenziali con zone cimiteriali. Un ultimo episodio di ripresa coincide con il momento in cui la città diviene sede episcopale (IV sec. d.C.) e si avvia una serie di nuove costruzioni legate al culto cristiano, di cui rimangono a testimonianza i mosaici pavimentali coevi. Anche il territorio circostante a Reggio Emilia reca numerose tracce della presenza romana. I rinvenimenti più significativi degli ultimi anni riguardano soprattutto l’area di Campegine, da tempo nota per l’importante villaggio neolitico scoperto da Gaetano Chierici nel XIX secolo. La costruzione di un nuovo casello autostradale nei pressi di Caprara ha posto infatti in luce una villa rustica romana abitata tra il I e il IV sec. d.C. Sempre in zona sono stati poi esplorati alcuni tratti dell’acquedotto romano sotterraneo che dalle sorgenti di Gruma portava acqua potabile all'importante presidio di Brescello in riva al Po.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Siti archeologici
  • ENTE SCHEDATORE Settore Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna
  • PUBLISHER Servizio Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0