Città romana di Mutina / Modena

183 a.C.-599 d.C. ca.

La fondazione congiunta di Modena e Parma ad opera dei triumviri Marco Emilio Lepido, Tito Ebuzio Parro e Lucio Quinzio Crispino nel 183 a.C. costituisce un’ulteriore tappa del processo di penetrazione ed occupazione della Cispadana da parte dei Romani dopo la definitiva sconfitta inflitta ai Galli e la realizzazione della consolare via Emilia, avviata appena pochi anni prima (187 a.C.). In realtà la città preesisteva come centro autonomo anche prima della seconda guerra punica, all'inizio della quale venne presa d’assedio da parte dei Galli Boi e poi occupata dai Romani. Si ritiene che essa sia sorta come luogo fortificato poco avanti il secondo conflitto annibalico, tant'è che durante le vicende che coinvolsero Piacenza e Cremona fornì riparo ai coloni fuggitivi. Vista la forte connessione fra i Galli e l’area modenese, si è avanzata l’ipotesi che nei pressi di Mutina si trovasse il santuario celtico ove fu portata la testa del console Spurio Albino sconfitto alla Selva Litana. La crucialità della futura Modena si rivela anche quando nel 193 a.C. il console Lucio Cornelio Merula, dopo uno scontro dagli esiti molto incerti, riesce a sopraffare i Boi. L’impianto urbano di epoca repubblicana non dispone di molte evidenze archeologiche. Si presume che Mutina avesse una pianta rettangolare, più proiettata verso oriente rispetto al centro attuale e fosse racchiusa da una cinta muraria, peraltro testimoniata dalle fonti e ora attestata anche archeologicamente. Sul limite orientale o poco oltre scorreva un antico corso del torrente Tiepido. La via Emilia aveva funzione di decumano massimo, mentre il rettifilo di Rua Pioppa viene identificato come cardo maximus. Nella zona fra il cardine maggiore e viale dei Martiri era probabilmente ubicata l’area forense. A partire dall’età augustea ha inizio la monumentalizzazione delle aree cimiteriali, con recinti funerari, stele, monumenti a dado, a edicola o a tamburo, e infine con grandi sarcofagi di tipo ravennate. Anche quando con il III sec. d.C. una profonda crisi politica ed economica colpisce l’impero, riflettendosi specialmente sui ceti medi, Mutina mantiene uno stato di relativo benessere, grazie ad un sensibile rimodellamento dell’organizzazione rurale e produttiva. Agli inizi del IV sec. d.C. viene coinvolta nel conflitto fra Massenzio e Costantino e si consegna a quest’ultimo; ne consegue un periodo di ripresa per la città, che gode del favore imperiale ed annovera fra i suoi cittadini personaggi dell’aristocrazia legata alla corte. Descritta da Ambrogio alla fine del IV sec. d.C. nello stesso stato di abbandono in cui versavano altri importanti centri dell’Emilia, Modena era in realtà entrata in quella fase di inevitabili trasformazioni che sempre si determinano nel trapasso da un’epoca all'altra. In questo stesso momento muore il vescovo Geminiano e sul suo luogo di sepoltura, divenuto ben presto oggetto di culto, sorge la basilica ove più tardi verrà eretto il duomo, fulcro della vita cittadina nei secoli a venire.

  • FONTE DEI DATI Regione Emilia-Romagna
  • OGGETTO sito pluristratificato
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L’ottimale collocazione topografica, all'incrocio di importantissimi assi di comunicazione in senso est-ovest (via Emilia) e in senso sud-nord (i transiti appenninici e la rete viaria verso Mantova, Verona e l'area transalpina), ne hanno fatto un luogo militarmente strategico, rendendola teatro di numerose vicende belliche, soprattutto nell'ultimo periodo della repubblica. Basterà ricordare il saccheggio poco dopo la fondazione (177 a.C.) ad opera dei Liguri, l’assedio di Pompeo control’avversario Giunio Bruto (78 a.C.), la sconflitta di Cassio Longino da parte dello schiavo rivoltoso Spartaco (72 a.C.), la guerra di Modena fra Antonio e Decimo Bruto e l’assedio della città (43 a.C.). Ancora in età imperiale viene coinvolta nel conflitto fra Otone e Vitellio (69 d.C.). L’aspetto di una abitazione di lusso dell’avanzato I sec. a.C. ci viene restituito dalle dotazioni della domus dell’Università, un complesso con diversi spazi abitativi sviluppatisi attorno ad un cortile o peristilio centrale. Gli arredi di una stanza da pranzo (triclinium): due letti, un tavolino, un portalucerne, gli ornamenti di una fontana descrivono il comfort e la raffinatezza raggiunti dai patrizi locali nelle proprie dimore. Con l’avvento del principato di Augusto la città, al pari di molti altri centri della Regio VIII, conosce una fase di rinnovamento e di ampliamento, che sarà ancora più marcata nell’età di Claudio e di Nerone. Il tessuto cittadino si amplia e spazi prima destinati ad un utilizzo sepolcrale vengono acquisiti all'edilizia privata. Gli abitanti di Modena, ove primeggia il ceto medio emergente, godono di una florida condizione economica determinata dalle risorse agricole e da attività manifatturiere nel settore dei laterizi e del tessile, talora con connotati quasi “industriali”, esercitate nelle ville, nelle fattorie e nelle officine del suburbio e del territorio rurale. Non abbondanti sono le testimonianze relative all'edilizia pubblica. Nei pressi del foro sorgeva un edificio destinato al culto degli imperatori divinizzati, indiziato da vari resti architettonici, da un’iscrizione menzionante un Caesareum e da alcune basi iscritte che dovevano sostenere grandi statue bronzee. Varie iscrizioni provenienti dal reticolo urbano provano l’esistenza di altri complessi religiosi dedicati a varie divinità, anche di estrazione orientale come Iside e Mitra. Un edificio termale pubblico trovava posto nell'area dell’attuale Palazzo della Provincia, mentre alcuni indizi desunti dalle fonti e dai ritrovamenti archeologici vengono messi in relazione con la presenza di un’anfiteatro nella porzione sud-occidentale dell’area urbana. Le necropoli si disponevano radialmente lungo i percorsi in uscita dalla città, specialmente ai due estremi della via Emilia, sulle percorrenze che nella zona nord-occidentale muovevano verso la Venetia e nel settore meridionale si indirizzavano ai transiti appenninici.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Siti archeologici
  • ENTE SCHEDATORE Settore Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna
  • PUBLISHER Servizio Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0