Basilica di Sant'Agata Maggiore

477 post-494 ante

Fondata in in età tardoantica, la sua costruzione potrebbe essere stata promossa dal vescovo Giovanni (477-494) che lo storico ravennate Agnello pone appunto in relazione con la chiesa. La tecnica costruttiva di alcuni elementi, fra cui l’abside, richiama tipologie presenti negli edifici di età giustinianea voluti da Giuliano Argentario. L’edificio fu probabilmente completato durante l'episcopato di Agnello (556-569), che qui servì come diacono e fu sepolto. A quest'epoca doveva risalire anche la decorazione musiva del catino absidale, oggi quasi del tutto scomparsa, perduta nella seconda metà del XVII sec. in seguito ad un terremoto. Ha subito numerose modifiche nel corso del tempo, tra le piiù importanti quelle operate alla fine del XV sec., ma dell’originario assetto tardoantico la chiesa conserva la pianta, mentre l’utilizzo di materiali di reimpiego (capitelli romani e bizantini) ripropone una caratteristica tipica di altre chiese ravennati. All’interno dell’edificio e nell’area prativa circostante sono stati eseguiti numerosi scavi archeologici a partire dalla fine del XIX secolo. Tra i più importanti scavi, quello del Gerola che individuò, sotto al primitivo piano dell'edificio di culto, numerose sepolture la cui deposizione è presumibilmente posteriore al VI sec. d.C.. Su un livello successivo sono state individuate sepolture in cassa in muratura, mentre al di sotto del piano d'uso, numerosi boccali di maiolica arcaica databili al XIV sec. Alcuni materiali, soprattutto di carattere lapidario ede epigrafico, sono conservati all'interno e all'esterno della chiesa. I più recenti scavi, nell'area presbiteriale e absidale, hanno individuato frammenti di ornamenti e arredi e soprattutto quote e tipologie dei piani pavimentali relative alle diverse fasi di vita dell'edificio.

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