Occupazione romana del territorio di Ferrara

268 a.C. post-476 d.C. ca.

La prima formazione della città di Ferrara deve essere fatta risalire all’inizio del VII secolo quando l’amministrazione bizantina decise di porre a guardia del fiume una fortificazione. Il territorio circostante è stato però intensamente romanizzato. Il possesso stabile di terre e l’insediamento definitivo da parte dei Romani è avvenuto attraverso un vasto processo di regolamentazione delle acque, di bonifica, di disboscamento e dissodamento per la messa a coltura dei suoli, unito ad un efficiente sistema di ville sparse nella campagna.  Le fonti letterarie antiche non sono esaustive sulle vicende dell’area deltizia padana, mentre maggiori informazioni forniscono le fonti itinerarie come la Tabula Peutingeriana in cui viene rappresentato un cursus publicus ab Hostilia per Padum che collegava Ravenna con l’interno della Cisalpina. Tratti di questa direttrice, costituiti da un basolato a grossi selcioni di trachite euganea, sono emersi nel 1911 nel centro della città, sotto l’attuale via Garibaldi, mentre un cippo stradale con dedica agli imperatori Valente e Graziano del 375 d.C., proviene dal vecchio ospedale S. Anna. L’Itinerarium Antonini, a sua volta, informa sull’esistenza di un’altra via di comunicazione che attraversava il distretto ferrarese, la cosiddetta Emilia Altinate o Aemilia Minor, tracciata nel 175 a.C., per il collegamento tra Bononia e Aquileia. Il suo percorso oltrepassava il Po all’altezza di Vicus Varianus, nel territorio di Vigarano Mainarda. Il villaggio costituiva probabilmente la tappa principale del tratto Bononia-Ateste e allo stesso tempo serviva da stazione itineraria anche alla via per Padum. L’incrocio di questi due assi della viabilità ha determinato il coagularsi di interessi economici e lo sviluppo degli insediamenti, come confermano numerosi rinvenimenti, per lo più a carattere epigrafico (cippi votivi, cippi sepolcrali, stele funerarie e commemorative) che ricompongono un quadro attendibile del popolamento, caratterizzato da una fisionomia estremamente composita, formato com’era da italici e da provinciali romanizzati, poi fusisi con gli elementi locali. Quasi tutte le testimonianze si collocano sui principali rami del Delta, il Volano, il Reno, il Primaro, rispecchiando la scelta insediativa che vedeva ville, fattorie e villaggi attestati con le rispettive necropoli sulle principali vie di comunicazione fluviale e terrestre. Altri materiali lapidei ancora, confluiti a Ferrara in età post romana dai distretti circostanti, hanno trovato un successivo riutilizzo in grandi edifici di culto come la Cattedrale di San Giorgio. In età imperiale la regione deltizia riceve nuovo impulso grazie alla scelta strategica di Augusto di porre la base della flotta orientale a Ravenna trasformando il Delta da area marginale a zona strategica e propiziando in tal modo l’infittimento del tessuto insediativo. Informazioni sull’occupazione del territorio provengono da abitati e necropoli ubicati a Settepolesini, in località Pontisette, a Casaglia, in località Ca’ Visdomini Vecchia e Nuova, in località Prati Bassi e a Cassana nell’ex prebenda parrocchiale, dove è stato parzialmente esplorato, fra il 1975 e il 1977, un complesso edilizio dalle imponenti dimensioni

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