ara funeraria

I secolo d.C.

L'ara è del tipo parallelepipedo e presenta una superficie fortemente abrasa e molte sbrecciature; la parte posteriore non è lavorata, e ciò denota che fu concepita per essere appoggiata a un muro. E' ornata in basso e in alto da due cornice in cui spicca una fascia liscia che delimita il corpo centrale del piccolo munumento. Il coronamento è dato da due pulvini cilindrici lisci, solo un poco profilati nella voluta frontale; al centro si eleva il focus su cui si doveva trovare in origine una terminazione fiammata o forse anche di altro genere. Sulla fronte dell'ara è scolpita in rilievo una ghirlanda a corpo liscio desinente in corti "polsini" emisferici; da questi si allungano due occhielli destinati agli appiccagnoli. Nella metà superiore dello specchio si dispone su tre righe (la prima occupa la fascia della cornice) l'iscrizione dedicatoria. Sulle facce laterali vi sono due rilievi uguali: uno scudo rotondo con umbone sovrapposto a due lance incrociate (umbo et hastea). Nelle sculture dei primi tempi imperiali tale motivo è di solito riferito al rango equestre del defunto, ma spesso può ugualmente valere (come forse in questo caso) quale semplice rimando a un precedente stato militare. Il Levi riferisce:"scoperta nel 1880 su la barena detta il Monte dei Conigli a 2 miglia da Torcello", ma il riscontro non è certo. La datazione può rientrare nel I secolo d.C., forse anche nella prima metà. L'iscrizione è piuttosto evanida. Già Callegari riportava che l'iscrizione fosse mutila delle prime lettere nelle due prime righe e anche scorretta. L'iscrizione è disposta con buona simmetria su quattro righe, è stata realizzata con la tecnica del solco a sezione triangolare.La lettura proposta è verosimile nonostante alcune perplessità non risolte dall'esame autoptico. La traduzione può essere la seguente: Al padre Gaio Giunio, alla madre Cluazia, il figlio Retto pose.

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