Leone di San Marco (statua)

Statua di leone in bronzo, con ali inclinate all'indietro e verso l'alto, con lunga coda, in atteggiamento vigile e pronto allo scatto, abbassato sulle gambe anteriori protese (ora appoggiate sul Vangelo aperto) mentre mantiene quelle posteriori in posizione di attesa; la testa e il collo, fieramente alzati, sono rivolti verso sinistra, seguiti da tutto il corpo completamente inarcato. Il muso si distingue per l'aspetto poco felino e i tratti quasi umani e diabolici: sopracciglia aggrottate, prominenti e cespugliose, naso largo e rotondeggiante, vibrisse simili a un paio di baffi imponenti, bocca molto larga e contrassegnata da un ghigno, orecchie pelose di grandi dimensioni poste ai lati anziché sulla sommità del capo. Una folta criniera, costituita da una corona di corti riccioli intorno alla mandibola, scende sul collo e sul petto in balze sovrapposte di lunghi riccioli ben rilevati, stilizzati e regolarmente ben distanziati, che all'altezza del collo e della groppa si suddividono al centro, per scendere ai lati con due ciocche simmetriche. Sulle spalle, in parte coperte dagli ultimi riccioli della criniera, due file di penne semilunate e concave sono quanto rimane dell'attacco delle ali originarie, probabilmente diverse da quelle attualmente visibili. Ciocche di pelame ondulate e simmetriche caratterizzano i genitali e il retro delle zampe, queste ultime evidenziate in modo naturalistico anche con pieghe della pelle, tendini e vene; sul fianco sinistro è appena accennata la costolatura. Sulla sommità del capo, la criniera presenta una lacuna e sulla sinistra del capo, all'interno, sembra essere conservata ancora la superficie del getto originario, mentre a destra si distingue un grumo rilevato e rozzamente scalpellato, forse appartenente a un ciuffo della criniera, ma è stato anche ipotizzato che sia quanto rimane di due corna, una tolta rozzamente (a destra), l'altra in modo più accurato (a sinistra). A destra, infine, i riccioli non sono rifiniti.

  • FONTE DEI DATI Regione Veneto
  • OGGETTO statua
  • MATERIA E TECNICA : bronzo fuso
  • LOCALIZZAZIONE Basilica di San Marco
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La più antica menzione è del 1293, quando però si parla già  di restauri; e poiché la colonna sulla quale si trova fu portata a Venezia nel 1172, tra queste due date (metà  del XIII sec. circa) va posta la collocazione del leone. Fu asportato da Napoleone che lo collocò a Parigi nella Place des Invalides, e tornò a Venezia nel 1815; in questa occasione cadde, si ruppe in molti pezzi e fu restaurato dallo scultore Bartolomeo Ferrari, il quale lo ricompose con orditure di ferro e borchie a testa quadrata. Fu rimosso nel 1892 per una completa ispezione da G. Boni e poi non fu più toccato fino al 1940, quando fu posto al sicuro in occasione della seconda guerra mondiale. Le integrazioni del Ferrari (coda, ali, parte delle zampe e un ciuffo sulla testa), sono chiaramente riconoscibili; il libro sotto le zampe fu rifatto in piombo, ma la figura, specie la testa il petto e i fianchi, è sostanzialmente originale e in buone condizioni. Un serio elemento di dubbio è costituito dalle ali: le attuali si devono senz'altro al restauro del Ferrari, che ha sostituito quelle medievali, ma non è certo se la bestia fosse originariamente alata, prima di essere trasformata nel simbolo di S. Marco. Fu creduto romanico, assiro, indiano, cinese e sassanide. Un punto fermo è dato dal fatto che esso è certo anteriore alla metà  del XIII sec. (la più bassa data possibile), ma per ragioni stilistiche e tecniche non può certo essere considerato opera medievale italiana; c'è ragione di credere invece che, come altre antichità  veneziane, provenga da Costantinopoli o dal Levante. L'ipotesi che in origine si trattasse di una Chimera è molto verosimile.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Reperti archeologici
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • ENTE SCHEDATORE Regione Veneto
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0