rilievo dei Tetrarchi (rilievo altorilievo)

secc. III-IV d.C.

Rilievo suddiviso in due parti distinte, in alto aggetto, che raffigura su ogni lato una coppia di figure maschili, una barbata e l'altra imberbe, unite in un gesto formale d'abbraccio, evidenziato dalla mano destra di un personaggio che si appoggia alla spalla sinistra dell'altro. Le figure sono ritratte in equipaggiamento militare, con lorica a superficie liscia (in origine rivestita a foglia d'oro), balteo gemmato e ampio paludamentum, mentre ai piedi hanno calzari a sottili corregge intrecciate; sul capo indossano un copricapo piatto di tipo pannonico, con foro centrale predisposto per un diadema in bronzo. Tutti impugnano con la sinistra una spada di foggia sassanide, riccamente decorata, con l'elsa configurata a testa di aquila. Nella parte inferiore della base è visibile quanto rimane della parte sommitale di due colonne, del diametro di circa 40 cm.

  • FONTE DEI DATI Regione Veneto
  • OGGETTO rilievo altorilievo
  • MATERIA E TECNICA porfido rosso egiziano
  • MISURE Altezza: 160 cm.
    Spessore: 32 cm.
    Larghezza: 78,5 cm.
  • CLASSIFICAZIONE scultura/ rilievo/ altorilievo
  • AMBITO CULTURALE Ambito Romano/ Età Medio-tardo Imperiale/ Produzione Costantinopolitana
  • LOCALIZZAZIONE Basilica di San Marco
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il rilievo proviene dall’antica Costantinopoli, ove faceva parte della decorazione del Philadelphion, un complesso monumentale da cui peraltro forse proviene anche la testa, sempre in porfido rosso, del cosiddetto Carmagnola, in realtà un ritratto di Giustiniano (o di un altro imperatore). La conferma della provenienza del rilievo è data dal recupero del piede mancante, avvenuto ancora nel 1965, nel corso di scavi urbani presso la vicina chiesa di Myrealion. Secondo alcuni studiosi, al di là del forte significato ideologico politico, l’opera deve essere interpretata proprio alla luce dell’apparato decorativo del Philadelphion, per alcune particolari valenze semantiche connesse con teorie di natura cosmologico-aritmologica. Il rilievo fece poi parte del bottino che i veneziani saccheggiarono ai tempi della Quarta Crociata del 1204. Di questa origine se ne perse memoria già all’epoca del Rinascimento; essa fu ricostruita solo nel XIX secolo da Emanuele Cicogna, per essere messa ancora in discussione nel corso della prima metà del Novecento, quando poi la questione venne definitivamente risolta. La collocazione del rilievo nell’angolo sud-ovest della facciata sud della basilica, pienamente visibile, contribuì ad alimentare nei secoli la fantasia popolare che si dimenticò completamente dell’origine dei quattro personaggi, per creare invece leggende e storie fantasiose, in cui essi, variamente interpretati, divenivano i protagonisti di una vicenda tragica, la ricerca di un prezioso tesoro che li avrebbe poi condotti a morire l’uno contro l’altro. E’ stato però notato come questo tema, pur alimentato da una facile suggestione legata al colore sanguigno del porfido e all’aspetto minaccioso dei personaggi, abbia potuto rivestire un valore simbolico connesso alla messa in opera del rilievo sull’angolo del Tesoro Marciano, tra la Basilica e Palazzo Ducale, in funzione apotropaica a difesa di un monumento che rappresentava il centro del potere della Repubblica veneziana. Il rilievo è databile all’età tardo-romana (III-IV sec. d.C.), anzitutto sulla base dell’identificazione delle figure maschili rappresentate, per quanto le diverse opinioni degli studiosi a riguardo possano far oscillare di qualche decennio l’inquadramento cronologico. A deporre a favore dell’età tardo-romana, sono anche le caratteristiche stilistiche, in particolare la rigida struttura volumetrica, il trattamento decorativo delle superfici e la poderosa sintesi espressiva dei volti.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Reperti archeologici
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • ENTE SCHEDATORE Regione Veneto
  • DATA DI COMPILAZIONE 2012
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0