Olimpiodoro figlio di Eraclide (stele stele funeraria con terminazione angolare)

Olimpiodoro di Eleusi, post 100 d.C. - ante 150 d.C.

stele funeraria a terminazione angolare, con alta fascia sormontata da un frontone triangolare; all'interno del timpano, uno scudo centrale affiancato da una mazza da scultore, riconoscibile per il profilo rettilineo lungo il margine superiore e incurvato lungo quello inferiore, e da due strumenti oblunghi, con un'estremità più larga e l'altra ricurva, percorsa da leggeri solchi obliqui; è probabile che si tratti di raspe per la rifinitura del marmo lavorato. Il timpano è sormontato da due acroteri laterali e da uno centrale di forma ovoidale. Sotto la fascia, inquadrata in alto e in basso da due listelli, si distingue una nicchia terminante con un arco modanato, con ciascuno dei due pennacchi decorato da una rosetta; al centro della nicchia, la figura del defunto di cui rimane solo parte della testa. Dalle tracce rimaste, è plausibile ritenere che il defunto fosse raffigurato stante a tutto tondo o comunque ad altorilievo. Sulla fascia è incisa su due righe, in lettere greche capitali, l'iscrizione funeraria che ricorda Olimpiodoro, figlio di Eraclide, del demo (attico) di Eleusi. Ai lati dell'iscrizione, due fori circolari con tracce di bronzo, funzionali all'inserimento di perni per appendervi le corone offerte al defunto.

  • FONTE DEI DATI Regione Veneto
  • OGGETTO stele stele funeraria con terminazione angolare
  • MATERIA E TECNICA Marmo
  • CLASSIFICAZIONE iscrizioni funerarie
  • AMBITO CULTURALE Ambito Culturale Greco/ Prima Età Imperiale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Archeologico Nazionale di Venezia
  • LOCALIZZAZIONE Museo Archeologico Nazionale di Venezia
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Sulla base delle caratteristiche architettoniche, è possibile riconoscere in questa stele una produzione attica fortemente influenzata dalla produzione di Rheneia-Delo. Il tipo della stele sormontata con arco, estraneo alla tradizione attica, fu infatti adottato liberamente dagli artigiani attici che mantennero, invece, l'usanza autoctona di incidere l'iscrizione sulla fascia posta tra l'arco e il timpano. Numerosi sono gli esemplari, per questo di tipo di stele, che hanno il frontone decorato con lo scudo e i pennacchi con le rosette; più inusuale è invece la raffigurazione degli strumenti relativi alla professione del defunto, in questo caso probabilmente un marmorarius, poiché si tratta di una modalità di rappresentazione del tutto estranea alla concezione greca del monumento funerario e risulta comprensibile solo alla luce dell'influsso romano dei primi secoli d'età imperiale. Tali considerazioni sono indicative per assegnare questa stele al II sec.d.C., datazione cui sembrano rinviare anche alcune caratteristiche paleografiche dell'iscrizione, in particolare la forma della sigma, non posteriore all'età antoniniana. Incerta è la provenienza della stele: secondo quanto specificato nell'inventario di N. Barozzi (1887), è probabile che questo monumento sia giunto al Museo dalle Gallerie dell'Accademia di Venezia; il Conze, tuttavia, cita un documento che lo ricorda conservato alla fine dell'Ottocento in una casa privata veneziana. Di certo, esso non faceva parte della Collezione Grimani, né viene ricordato nel catalogo di H. Dütschke. L'iscrizione, inoltre, non è registrata nei volumi delle Inscriptiones Graecae.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Reperti archeologici
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA S162
  • ENTE SCHEDATORE Regione Veneto
  • DATA DI COMPILAZIONE 1996
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2012
  • ISCRIZIONI lungo la fascia dell'architrave - Per la trascrizione del testo, si veda il documento allegato al campo FNT - capitali - a solchi - greco
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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