Afrodite Anadyomene

Afrodite ed Eros, sec. II d.C. metà

Statua di Afrodite Anadyomene, stante e in posizione frontale sopra una base modanata di forma ovale, nuda, a eccezione di un elegante manto che, avvolto sul braccio sinistro, scende trasversalmente dietro il corpo e si appoggia sul grande vaso collocato a destra della dea. Sul lato sinistro, sopra un delfino che corre sulle onde, si eleva il piccolo Eros, stante e nudo, con il braccio destro allungato verso l'alto e quello sinistro verso il basso. Una folta capigliatura a riccioli gli incornicia il volto, di forma tondeggiante, con grandi occhi infossati rivolti verso l'alto e la bocca semiaperta. Il retro della composizione è sbozzato; questo particolare indica che la composizione doveva essere vista solo frontalmente.

  • FONTE DEI DATI Regione Veneto
  • OGGETTO statua femminile statua femminile di afrodite
  • MATERIA E TECNICA marmo greco
  • MISURE Altezza: 78 cm.
  • CLASSIFICAZIONE scultura/ statuaria/ statua di divinità
  • AMBITO CULTURALE Periodo Romano/ Età Imperiale/ Epoca Adrianea-proto-antoniniana
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Archeologico Nazionale di Venezia
  • LOCALIZZAZIONE Museo Archeologico Nazionale di Venezia
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il gruppo di Venezia, per la sua singolare composizione, non pare trovi un riscontro perfetto in nessuna delle immagini note di Afrodite Anadyomene, ma occorre sottolineare che nessuna raffigurazione è identica all’altra. Lo schema, ampiamente noto e diffuso nell’ambito insulare-alessandrino, fu spesso copiato, ma secondo differenti interpretazioni formali. L’impostazione generale della figura consente un confronto molto vicino con la statua proveniente da Cirene, conservata nel Museo Nazionale Romano, rispetto alla quale presenta tuttavia un modellato più morbido. Da un punto di vista stilistico, la statuetta si caratterizza, per avere un’impostazione più frontale della figura, nonostante un timido accenno di torsione; si sviluppa quasi in verticale, con il corpo allungato e snello. Per tutti questi elementi è confrontabile con altri esemplari di Afrodite Anadyomene, quali quelli conservati a Baltimora, al Museo Torlonia, a Palazzo Colonna, nel Museo di Rabat, in una collezione privata di Monaco, al Louvre, nonché in una collezione privata di New York, un tempo a Torino. Sono tutti esempi di un nuovo sentire artistico, inquadrabile nel tardo-ellenismo, intorno al 100 a.C. o poco dopo, sorto probabilmente in ambito alessandrino, quando il rinnovato gusto classico impone una visione di prospetto, in dissidio con le impostazioni tortili precedenti, producendo un evidente contrasto di ritmi. Per la resa formale del nudo a piani illuminati dalla luce, l’alto vaso e il mantello, la statua è da considerarsi una copia romana del II sec. d.C., verosimilmente del periodo tardo adrianeo-protoantoniano. Il particolare del manto che si dispiega lungo il dorso della dea è stato probabilmente introdotto dal copista romano, mentre il delfino, sormontato da un piccolo Eros, sembra essere già stato presente nell’originale.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Reperti archeologici
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA S162
  • ENTE SCHEDATORE Regione Veneto
  • DATA DI COMPILAZIONE 2011
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0