Vera da pozzo in marmo greco a forma quadrangolare, decorata sui quattro lati. La decorazione della vera da pozzo è quasi esclusivamente ottenuta con l’impiego del motivo decorativo dell’intreccio vimineo, o intreccio “carolingio” ben attestato in età franca in area alto adriatica. Nelle quattro facce sono rappresentati: un disegno geometrico con rombi e cerchi, una croce dalle braccia espanse affiancata da due alberelli, due arcatelle entro le quali si trovano un alberello stilizzato e una croce, e infine un alberello entro un archetto con due uccelli stilizzati. I motivi decorativi e l’intreccio vimineo collocano l’opera all’interno di officine specializzate di area veneziana di IX secolo. Va segnalato che questo tipo di manufatto attesta una curiosa applicazione di motivi decorativi e tecniche scultoree, generalmente impiegate nell’arredo liturgico, impiegate in manufatti “secolari” La vera da pozzo è esternamente a forma di parallelepipedo, mentre all’interno è scavato un cilindro regolare di diametro di 56-57 cm. Con ogni probabilità l’oggetto è il risultato di un re-impiego in età altomedievale di un elemento scultoreo e/o architettonico di età romana. Le dimensioni e la forma del blocco di marmo, infatti, lasciano pensare ad una base di monumento funerario o una base di statua (di notevoli dimensioni) ri-scolpita su tutte le facce con motivi decorativi altomedievali. Segni di tale attività di riuso potrebbero essere i fori di maggiori dimensioni , a sezione quadrata, presenti sulla faccia superiore del manufatto: potrebbero essere i fori per l’ammorsatura della base con qualche elemento architettonico e/o statuario che trovava spazio sopra la base quadrangolare. Sulla faccia decorata con “l’alberello” e la “croce”, inoltre vi sono due grandi fori rettangolari, probabilmente posteriori alla decorazione di IX secolo, e relativi all’aggancio di una qualche struttura presso la vera da pozzo. Altri fori, sia a sezione circolare che quadrata, di minori dimensioni, si trovano nella parte alta e sembrano relativi a strutture verticali di ferro (arcate) per sorreggere la carrucola per l’attingimento dell’acqua. Segni di usura della corda che reggeva il secchio colmo d’acqua, inoltre, sono presenti nel marmo sulla superficie superiore, presso i lati corti del manufatto.