stele funeraria

530 d.C. - 530 d.C.

La stele risulta gravemente danneggiata per via della ricomposizione di frammenti non perfettamente combacianti in quanto assai sbrecciati lungo i bordi. In ogni modo la superficie lapidea deve essere stata lavorata e lisciata prima dell'incisione del testo. Quest'ultimo presenta interpunzioni puntiformi. In un caso, in r. 9, figura un'interpunzione che sembrerebbe riprodurre metà foglia di edera. Ductus assai irregolare. Modulo ugualmente irregolare, tendenzialmente allungato. In r. 5, QUI in luogo di QUAE. Si segnala la presenza di un nesso in r. 9: P ed A in pater (?) sono unite. Le lettere, apicate, sono incise poco profondamente (soprattutto nelle rr. 6, 7, 8 e 9), con solco a V.

  • FONTE DEI DATI Regione Veneto
  • OGGETTO stele funeraria
  • MATERIA E TECNICA marmo bianco; incisione
  • MISURE Profondità: 7 cm
    Altezza: 71 cm
    Larghezza: 60 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Culturale Romano, Produzione Veronese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Lapidario Maffeiano
  • LOCALIZZAZIONE Museo Lapidario Maffeiano
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La formula con la quale questa iscrizione si apre induce a pensare ad un contesto cristiano. Problemi interpretativi all'atto dell'autopsia pone la seconda parola in r. 9, per la quale in trascrizione si è proposto PATER, con le due lettere iniziali unite in nesso. Se la lettura fosse corretta, la P e la C che seguono in sigla, potrebbero essere integrate come ugualmente proposto in trascrizione, P(ONENDUM) C(URAVIT). Seguirebbe poi la citazione della coppia consolare, della quale sopravvive attualmente solo la prima parte del primo nome, LAMPA-. Se tale ipotesi fosse giusta, il nome in questione e quello dell'altro console andrebbero naturalmente integrati in ablativo (LAMPA / [DIO ET ORESTE CONSULIBUS]), e non in genitivo, come invece prospettato nel Corpus, genitivo lì giustificato dallo scioglimento della sigla P C come P(OST) C(ONSULATUM) L(AMPADI) E[T O]RES[TIS]. Tale proposta sembra però poco convincente, sia perchè il riscontro autoptico lascia pochi dubbi circa la lettura della seconda parola in r. 9 come pater, sia perchè, anche ammettendo uno scioglimento come iter(um), secondo quanto indicato dal Corpus, non si riesce ad attribuire correttamente a tale avverbio il significato di "due anni (dopo)". Di conseguenza si propone per questa stele una datazione proprio all'anno del consolato di Lampadio e Oreste (530 d.C.) e non a due anni più tardi.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Reperti archeologici
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA C023091
  • ENTE SCHEDATORE C023091
  • DATA DI COMPILAZIONE 2007
  • ISCRIZIONI fronte - Hic requiescit / in pace Placidia, / inlustris puella / instructa litte / ris, qui (!) vixit ann(os) X, / octo, et mens(es) [XI], / et sepulta est / sub d(ie) V id(us) octu / br(es). Pater p(onendum) c(uravit). Lampa(dio) [---] - Lettere posate maiuscole - Incisione - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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