magnetofono
Contenitore: il magnetofono è alloggiato in una struttura a valigia in legno, con un rivestimento in tela plastificata. Il coperchio removibile si chiude con due cerniere metalliche laterali a levetta, e una maniglia ne facilita il trasporto. La base contiene sia la parte meccanica che quella elettronica del dispositivo. Nella parte posteriore, un vano accessibile tramite uno sportello ospita i connettori per l'alimentazione e i collegamenti audio per registrazione e riproduzione. Nella parte superiore si trovano gli alloggiamenti per le bobine di nastro magnetico, con il contagiri al centro. La bobina donatrice è posta a sinistra, il nastro passa attraverso guide e tensori, davanti alle testine magnetiche, per poi essere avvolto sulla bobina ricevente a destra. Sotto il blocco delle testine, a sinistra, ci sono cinque pulsanti per i comandi di riproduzione, registrazione, avanzamento veloce, riavvolgimento e stop, oltre a sette rondelle sulla destra per regolare vari il volume di registrazione, il volume di riproduzione, il bilanciamento tra i canali, la tonalità sia delle frequenze alte che delle frequenze basse, la velocità di riproduzione del nastro, il controllo del bias e dell'equalizzazione. Al centro si trova il VU meter per verificare il livello del segnale, mentre a destra ci sono sette manopole per regolare i livelli di segnale in ingresso e in uscita. Motore: elettrico alimentato in corrente alternata a 110 - 127 - 150 - 220 - 237 volts, 50 Hz, 130 Watt. Sistema di riproduzione del suono: uscita per altoparlante esterno, monofonico. Il sistema di registrazione e riproduzione è monofonico a banda intera, con tre testine dedicate a smagnetizzazione, registrazione e lettura. Modalità d’uso: posizionare il magnetofono su una superficie stabile e collegarlo a una fonte di alimentazione regolando la tensione di ingresso tramite il selettore sul fondo del registratore (110V, 127V, 150V, 220V, 237V). Trattandosi di un registratore a bobina aperta, l'utente deve caricare il nastro magnetico sulle bobine del registratore: alloggiare la bobina contenente il nastro magnetico nella vaschetta di sinistra, svolgere il nastro e facendolo passare davanti alle testine magnetiche poste al centro e collegarlo alla bobina ricevente posta a destra. Sia in caso di registrazione che di riproduzione, avviare il meccanismo di trasporto del nastro per far scorrere il nastro attraverso il dispositivo. Successivamente, impostare il magnetofono sulla modalità desiderata: registrazione o riproduzione. Nel caso della registrazione, collegare il microfono al magnetofono, regolare il livello del segnale di ingresso tramite il volume per garantire una registrazione ottimale. Quando si è pronti, registrare il suono desiderato premendo il pulsante di registrazione. Se si desidera invece riprodurre il suono precedentemente registrato, impostare il magnetofono sulla modalità di riproduzione. Avviando il meccanismo di trasporto del nastro e premendo il pulsante di riproduzione, il suono registrato in precedenza sarà riprodotto dagli altoparlanti o dagli auricolari collegati al magnetofono. Durante la riproduzione, è possibile regolare il volume e sfruttare altre funzioni disponibili, come l'avanzamento veloce o il retrocesso veloce. Una volta completata l'attività di registrazione o riproduzione, il nastro può essere riavvolto alla posizione iniziale, se necessario
- OGGETTO magnetofono
-
MISURE
Misura del bene culturale 1201354464: 50x51x25 cm
-
ATTRIBUZIONI
Aeg-telefunken
- LOCALIZZAZIONE ICBSA (Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi)
- INDIRIZZO Via Michelangelo Caetani, 32, Roma (RM)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La storia della riproduzione del suono affonda le sue radici nel XIX secolo, quando furono inventati i primi dispositivi in grado di registrare e riprodurre suoni. Nel 1877, Thomas Edison creò il fonografo, il primo strumento in grado di registrare e riprodurre suoni, utilizzando un cilindro di cera e un ago vibrante. Dieci anni dopo, nel 1887, Emile Berliner introdusse il grammofono, che usava dischi piatti anziché cilindri, permettendo così la produzione di massa di dischi e contribuendo alla diffusione della musica registrata e alla nascita dell'industria discografica. Nel XX secolo, la registrazione magnetica rivoluzionò ulteriormente l'industria audio. Alla fine degli anni '20, l'ingegnere Fritz Pfleumer sviluppò il primo nastro magnetico, utilizzando una striscia di carta ricoperta di materiale magnetico, offrendo una qualità audio superiore rispetto a dischi e cilindri fonografici. Nel 1932, Pfleumer concesse all'azienda tedesca Allgemeine Elektricitäts-Gesellschaft (AEG) il diritto di utilizzare la sua invenzione, brevettata nel 1928, per costruire il primo registratore a nastro. Nel 1935, AEG presentò al pubblico il primo registratore su nastro magnetico funzionante alla Fiera Internazionale di Berlino, utilizzando un nastro magnetico in celluloide ricoperto di ossido di ferro come supporto di registrazione. Si trattava del modello AEG K-1 sviluppato a partire dal 1930. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, durante la quale la registrazione su nastro magnetico si affermò come tecnologia cruciale per le comunicazioni militari, essa divenne indispensabile per l'industria musicale, radiofonica e cinematografica. I magnetofoni divennero strumenti essenziali per la registrazione e riproduzione del suono, offrendo una maggiore qualità audio, flessibilità e facilità d'uso. I registratori magnetici superarono i dittafoni a cilindro per prestazioni e, grazie ai prezzi accessibili, si diffusero in una fascia di pubblico più ampia. A differenza dei cilindri, i nastri magnetici potevano essere riavvolti e registrati nuovamente immediatamente. Anche se i primi registratori utilizzavano fili d'acciaio, già negli anni '50 il nastro magnetico si impose come principale supporto di registrazione, fino a essere gradualmente sostituito dalle tecnologie digitali negli anni '90. Il magnetofono descritto in questa scheda è stato prodotto dall'azienda AEG-Telefunken, nata nel 1967 dalla fusione tra Telefunken GmbH e AEG. AEG è stata fondata nel 1883 da Emil Rathenau a Berlino. Inizialmente, l'azienda si specializzò nella produzione di lampadine elettriche e rapidamente divenne un importante fornitore di illuminazione elettrica sia in Germania che all'estero. Con il passare degli anni, AEG ampliò il proprio campo di attività, entrando a partire dagli anni ‘30 anche nel campo della registrazione audio. L’azienda Telefunken, invece, venne fondata nel 1903 come joint venture tra la stessa AEG e Siemens & Halske. Inizialmente, l'azienda si chiamava Telefunken Gesellschaft für drahtlose Telegraphie mbH e il suo scopo principale era sviluppare tecnologie di comunicazione senza fili, in particolare radio e telegrafia (il nome "Telefunken" fu scelto per rappresentare il suo focus iniziale sulle tecnologie di comunicazione senza fili, da "tele" per telecomunicazioni e "funken" per scintille o onde radio). Nel 1941, Siemens si ritirò dalla joint venture, lasciando AEG come unico proprietario di Telefunken e nel 1967, AEG decise di integrare completamente Telefunken, rinominando l'azienda AEG-Telefunken. Lanciato nel 1965, il Telefunken M24 era un registratore audio professionale a bobina aperta, progettato principalmente per studi di registrazione, emittenti radiofoniche e altre applicazioni che richiedevano un'elevata qualità audio e affidabilità. Il marchio "Telefunken", in quegli anni, era già rinomata per la sua eccellenza nel settore delle apparecchiature audio, e il M24 divenne una delle sue soluzioni di punta per il mercato professionale
- TIPOLOGIA SCHEDA Patrimonio scientifico e tecnologico
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1201354464
- NUMERO D'INVENTARIO 268967
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi
- ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi
- DATA DI COMPILAZIONE 2024
- ISCRIZIONI vano chiuso da sportello sul lato frontale - Magnetophon M24 / Fb. Nr. 41248 / MADE IN WESTERN GERMANY - maiuscolo - inglese
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0