esposimetro fotografico con cellula al selenio

ca 1952 - ca 1958
Gossen (1944 Ca./)
1944 ca./

Questo dispositivo è costituito da un parallelelpipedo con gli angoli smussati collegato ad una catenella per il trasporto.||Su due lati del parallelelpipedo sono inserite due guide nelle quali può scorrere una tendina in plastica scorrevole aprendo la quale si scopre la cellula fotoelettrica posta superiormente e il visore per la lettura dei tempi di scatto dell'otturatore (da 1/25 a 1/1000 di secondo) e delle aperture del diaframma (da f/1.4 a f/22) da selezionare.||Lateralmente è inserita una rotella che permette di variare la sensibilità della pellicola da 6 a 400 ASA o da 9 a 27 DIN

  • OGGETTO esposimetro fotografico con cellula al selenio
  • MATERIA E TECNICA Ottone
    VETRO
  • MISURE Altezza: 8 cm
    Lunghezza: 3 cm
    Peso: 184 g
    Larghezza: 6 cm
  • CLASSIFICAZIONE fotografia
    fotometro
    industria, manifattura, artigianato
    Fotografia
  • ATTRIBUZIONI Gossen (1944 Ca./): progettista/ costruttore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Padiglione Aeronavale
  • INDIRIZZO via San Vittore, 21, Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Prima dell'avvento degli esposimetri elettrici, agli inizi degli anni '30, venivano usati due strumenti di misura dell'intensità luminosa: gli actinometri e i fotometri ad estinzione.||Gli actinometri utilizzavano carta fotografica che veniva esposta alla luce in prossimità del soggetto da fotografare: cronometrando i tempi impiegati dalla carta per annerirsi a vari livelli, si ricavavano i tempi di esposizione.||I fotometri ad estinzione erano costruiti in modo da poter variare la quantità di luce che li attraversava. L'esposizione veniva considerata corretta nel momento in cui la luce diveniva visibile attraverso il fotometro.||I fotometri ad estinzione rimase a lungo popolari anche dopo l'introduzione degli esposimetri elettrici, almeno fino a quando questi non divennero competitivi nel prezzo.||I primi esposimetri inseriti negli apparecchi fotografici utilizzavano cellule al Selenio alimentate a batterie. Velocità dell'otturatore e apertura del diaframma andavano selezionati manualmente dopo aver effettuato la misura con l'esposimetro. Negli anni '60 nacquero nuove tipologie di esposimetri quali fotoresistori, fotodiodi, ecc. alimentati a batterie e collegati mediante circuiti elettronici ad otturatori e diaframma realizzando così il controllo automatico dell'esposizione.||Gli esposimetri inseriti negli apparecchi fotografici davano comunque spesso errori di esposizione e foto troppo scure (ad esempio con sfondi troppo luminosi o riflessi e riverberi). Venivano così spesso utilizzati esposimetri esterni che misuravano direttamente la luce incidente sul soggetto da fotografare, fornendo misure più accurate
  • TIPOLOGIA SCHEDA Patrimonio scientifico e tecnologico
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0301970113
  • NUMERO D'INVENTARIO 8895
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • ENTE SCHEDATORE Regione Lombardia
  • DATA DI COMPILAZIONE 2008
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2011
  • ISCRIZIONI frontale - Sixtomat - corsivo - a incisione e stampa su targhetta in metallo blu -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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