wattmetro elettrodinamico monofase a sistema bässler, da dimostrazione

ca 1957 - ca 1957

Questo strumento ha scopo prettamente didattico ed è racchiuso in una custodia, di forma parallelepipeda, in legno e vetro che permette la visione del meccanismo di funzionamento.||All'interno è visibile lo strumento di misura vero e proprio e i relativi circuiti voltmetrico ed amperometrico.||La connessione ai due conduttori di collegamento tra generatore ed utilizzatore sono resi possibili attraverso i morsetti a boccola posti sulla base della custodia.||La lancetta indicatrice permette misure su una scala, con zero a sinistra, graduata da 0 a 10 con indicazioni numeriche ogni due unità e tacche ogni 0,2.||Per segnali da 20V e 5A, i campi di misura variano da 0 a 100W, per segnali da 220V e 5A variano da 0 a 1000W.||La scala di lettura è graduata anche sul retro.||Tra la scala di lettura ed il dispositivo è inserita una placca che riporta lo schema elettrico dello strumento.||Sul lato sinistro dello strumento è inserita una vite per la correzione dello zero

  • OGGETTO wattmetro elettrodinamico monofase a sistema bässler, da dimostrazione
  • MATERIA E TECNICA bachelite
    LEGNO
    materiale plastico
    METALLO
    VETRO
  • MISURE Altezza: 33 cm
    Lunghezza: 34 cm
    Larghezza: 21 cm
  • CLASSIFICAZIONE laboratorio
    Elettrotecnica
    Strumenti di misura
    didattica
    Bässler
    Fisica sperimentale
    fisica
    elettricità e magnetismo
    industria elettronica ed elettrotecnica
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Tedesca
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Padiglione Aeronavale
  • INDIRIZZO via San Vittore, 21, Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Questo dispositivo faceva probabilmente parte del materiale in dotazione al "Centro di Fisica Sperimentale" dell'allora denominato "Museo della Scienza e Tecnica Leonardo da Vinci" di Milano.||L'idea del Centro di Fisica nacque contestualmente alla nascita del Museo: l'allestimento prevedeva una sezione di Fisica con scopi didattici che contenesse esperimenti in atto, a disposizione permanente del visitatore. Ma la visione di un evento all'interno di una vetrina non era sufficiente: iniziò così la raccolta di strumenti ed accessori moderni per realizzare esperimenti che potessero essere effettuati direttamente dall'utente.||Da subito questa attività sperimentale attirò l'attenzione di funzionari ministeriali ed insegnanti.||Nel frattempo, nel 1955, nel nuovo edificio del Museo, detto Monumentale, vennero collocati le aule, i laboratori, gli impianti, le officine, le sale studio, necessari per ospitare il nascente Centro di Fisica Sperimentale.||Nello stesso anno venne organizzato il primo corso per insegnanti degli Istituti Tecnici, organizzato dal prof. Tommaso Collodi, già Ispettore Centrale P.I. ed allora Direttore Didattico Nazionale per l'Istruzione Tecnica.||I risultati furono così soddisfacenti che anche i Licei e gli Istituti Magistrali cominciarono ad organizzarne per i loro professori.||Oltre alla qualità delle attività offerte, quest'iniziativa si inseriva in un contesto di difficoltà legate alla fine della Guerra , di povertà dei gabinetti scolastici, di scarsa preparazione di molti insegnanti.||Il Museo offriva alla Scuola uno strumento efficace ed immediato per risalire la china.||I corsi di aggiornamento dei professori, inizialmente della durata di sei giorni, divennero ben presto di dieci/quindici giorni e comprendevano: un gruppo di conferenze tenute da professori universitari o esperti qualificati, lezioni sperimentali, esercitazioni individuali o in piccoli gruppi, lezioni a livello secondario tenute dagli stessi partecipanti, proiezioni di materiale sul tema, visite d'istruzione.||Fin dall'inizio molte scuole cominciarono ad affluire al centro di Fisica con i loro studenti per assistere a lezioni sperimentali.||Il prestigio del Museo e del suo Centro di Fisica ebbero autorevolissimi riconoscimenti anche in campo internazionale soprattutto attraverso l'O.C.D.E. (Organisation de Coopération et de Développement Economique) che riconosceva l'importanza dell'insegnamento scientifico e promuoveva nuovi metodi d'insegnamento e di sperimentazione.||Altre due importanti iniziative si affiancarono, a metà degli anni sessanta, alle attività del Centro di Fisica: la creazione di una mostra permanente di materiale scientifico-didattico (realizzata con materiali forniti dalle ditte costruttrici) e la nascita di una biblioteca di consultazione specializzata riguardante l'insegnamento della Fisica a livello secondario.||Il Centro di Fisica, fiore all'occhiello del Museo, è rimasto in funzione fino al 1984
  • TIPOLOGIA SCHEDA Patrimonio scientifico e tecnologico
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300634402
  • NUMERO D'INVENTARIO 4169
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • ENTE SCHEDATORE Regione Lombardia
  • DATA DI COMPILAZIONE 2008
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2011
  • ISCRIZIONI sul quadrante - System Bässler||220V 5A 20V 5A||Skala x100 Skala x10 - maiuscolo - a stampa - DEU
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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