alternatore trifase e monofase ad induttore rotante ed indotto fisso
Questo alternatore ha indotto fisso (statore) costituito da un anello di ferro ricotto con fissate sei bobine disposte a 60°.||Ciascuna di esse è collegata in serie con l'opposta e con i serrafili terminali di una fase.||I conduttori sono a giorno e formano circuiti ben visibili e diversamente colorati. I conduttori terminano con tre coppie di morsetti a boccola inseriti su una base in legno a cui è fissata anche la cassa dell'alternatore. La base poggia su quattro piedini in gomma.||All'interno di questi avvolgimenti fissi è inserito l'induttore rotante (rotore) bipolare.||Questo è munito di collettore a due anelli con spazzole e serrafili per i collegamenti.||Dall'altro lato rispetto al collettore, l'albero a cui sono fissate queste bobine termina con una puleggia per l'inserzione di una cinghia per il collegamento, ad esempio, con una dinamo eccitatrice
- OGGETTO alternatore trifase e monofase ad induttore rotante ed indotto fisso
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MATERIA E TECNICA
bachelite
gomma
LEGNO
METALLO
RAME
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MISURE
Altezza: 29 cm
Lunghezza: 30 cm
Larghezza: 25 cm
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CLASSIFICAZIONE
laboratorio
didattica
Fisica sperimentale
induzione elettromagnetica
macchina elettrica
fisica
elettricità e magnetismo
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ATTRIBUZIONI
S.i.a.s (notizie Seconda Metà Sec. Xx): costruttore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Padiglione Aeronavale
- INDIRIZZO via San Vittore, 21, Milano (MI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Questo dispositivo faceva probabilmente parte del materiale in dotazione al "Centro di Fisica Sperimentale" dell'allora denominato "Museo della Scienza e Tecnica Leonardo da Vinci" di Milano o del materiale fornito dalle case costruttrici per la "Mostra di Materiale Scientifico Didattico per l'Insegnamento della Fisica".||L'idea del Centro di Fisica nacque contestualmente alla nascita del Museo: l'allestimento prevedeva una sezione di Fisica con scopi didattici che contenesse esperimenti in atto, a disposizione permanente del visitatore. Ma la visione di un evento all'interno di una vetrina non era sufficiente: iniziò così la raccolta di strumenti ed accessori moderni per realizzare esperimenti che potessero essere effettuati direttamente dall'utente.||Da subito questa attività sperimentale attirò l'attenzione di funzionari ministeriali ed insegnanti.||Nel frattempo, nel 1955, nel nuovo edificio del Museo, detto Monumentale, vennero collocati le aule, i laboratori, gli impianti, le officine, le sale studio, necessari per ospitare il nascente Centro di Fisica Sperimentale.||Nello stesso anno venne organizzato il primo corso per insegnanti degli Istituti Tecnici, organizzato dal prof. Tommaso Collodi, già Ispettore Centrale P.I. ed allora Direttore Didattico Nazionale per l'Istruzione Tecnica.||I risultati furono così soddisfacenti che anche i Licei e gli Istituti Magistrali cominciarono ad organizzarne per i loro professori.||Oltre alla qualità delle attività offerte, quest'iniziativa si inseriva in un contesto di difficoltà legate alla fine della Guerra , di povertà dei gabinetti scolastici, di scarsa preparazione di molti insegnanti.||Il Museo offriva alla Scuola uno strumento efficace ed immediato per risalire la china.||I corsi di aggiornamento dei professori, inizialmente della durata di sei giorni, divennero ben presto di dieci/quindici giorni e comprendevano: un gruppo di conferenze tenute da professori universitari o esperti qualificati, lezioni sperimentali, esercitazioni individuali o in piccoli gruppi, lezioni a livello secondario tenute dagli stessi partecipanti, proiezioni di materiale sul tema, visite d'istruzione.||Fin dall'inizio molte scuole cominciarono ad affluire al centro di Fisica con i loro studenti per assistere a lezioni sperimentali.||Il prestigio del Museo e del suo Centro di Fisica ebbero autorevolissimi riconoscimenti anche in campo internazionale soprattutto attraverso l'O.C.D.E. (Organisation de Coopération et de Développement Economique) che riconosceva l'importanza dell'insegnamento scientifico e promuoveva nuovi metodi d'insegnamento e di sperimentazione.||Il Centro di Fisica, fiore all'occhiello del Museo, è rimasto in funzione fino al 1984.||Altre due importanti iniziative si affiancarono, a metà degli anni sessanta, alle attività del Centro di Fisica: la creazione di una Mostra Permanente di Materiale Scientifico-Didattico (realizzata con materiali forniti dalle ditte costruttrici) e la nascita di una biblioteca di consultazione specializzata riguardante l'insegnamento della Fisica a livello secondario.||La Mostra, realizzata nel 1965, raccolse molte apparecchiature presentate dalle case costruttrici di materiale didattico allora presenti sul mercato: Alfa Tecnica, Didattica Amatori, S.A.E.L., Brizio Basi, Esso Standard Italiana, Forniture Scolastiche, Leybold-Chima, Officine Galileo, Phywe Italiana, G.B. Pravia & C., Philips, Polaroid, S.E.C.I.,, S.I.A.S., Silvestar, U.N.A.||La partecipazione da parte delle aziende era gratuita ma il Museo si riservava di scegliere fra il materiale presentato quello ritenuto più conveniente ed efficace per la scuola.||Il materiale venne presentato allestito su tavoli con esperimenti già pronti e realizzabili dai docenti o dai tecnici del Museo
- TIPOLOGIA SCHEDA Patrimonio scientifico e tecnologico
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300634395
- NUMERO D'INVENTARIO 4435
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
- ENTE SCHEDATORE Regione Lombardia
- DATA DI COMPILAZIONE 2008
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2011
- ISCRIZIONI sulla base - MUSEO SCIENZA||4435||MILANO - maiuscolo/ numeri - a incisione e stampa su targhetta in metallo blu -
- STEMMI sulla base - commerciale - Marchio - S.I.A.S - SOC. ITALIANA||APPARECCHI SCIENTIFICI||VIA BERGAMO, 7||MILANO
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0