generatore a bassa frequenza
Questo strumento è racchiuso in una custodia metallica di forma parallellepipeda con prese d'aria sulle pareti laterali. In alto, una maniglia in gomma ne permette il trasporto.||Il pannello frontale è occupato dai dispositivi di regolazione e dal quadrante di misura.||In basso si trovano un interruttore per l'accensione con la relativa lampada spia e i dispositivi per la regolazione del segnale in uscita.||Un regolatore delle frequenze, un deviatore per i livelli di uscita (alto-basso), tre boccole per i prelievi (300Ohm ciascuna) e una per la messa a terra.||Nella parte alta del pannello frontale è inserito il quadrante di misura con scala semicircolare, non lineare, che permette letture da 20 a 200Hz con indicazioni numeriche per 20, 30, 40, 50, 100, 200. Tramite la manopola del moltiplicatore posta in alto a destra sul quadrante si può amplificare la frequenza (x1, x10, x100) rendendo la gamma di frequenze variabile tra 20 Hz e 20000Hz.||Dal retro fuoriesce il cavo di alimentazione di rete ed è inserito un selettore per la regolazione della tensione di alimentazione (120, 160, 220V)
- OGGETTO generatore a bassa frequenza
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MATERIA E TECNICA
METALLO
PLASTICA
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MISURE
Altezza: 25 cm
Lunghezza: 33,5 cm
Larghezza: 19 cm
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CLASSIFICAZIONE
Elettrotecnica
industria, manifattura, artigianato
industria elettronica ed elettrotecnica
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ATTRIBUZIONI
Unaohm (1935/): costruttore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Padiglione Aeronavale
- INDIRIZZO via San Vittore, 21, Milano (MI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Questo dispositivo faceva probabilmente parte del materiale in dotazione al "Centro di Fisica Sperimentale" dell'allora denominato "Museo della Scienza e Tecnica Leonardo da Vinci" di Milano o del materiale fornito dalle case costruttrici per la "Mostra di Materiale Scientifico Didattico per l'Insegnamento della Fisica".||L'idea del Centro di Fisica nacque contestualmente alla nascita del Museo: l'allestimento prevedeva una sezione di Fisica con scopi didattici che contenesse esperimenti in atto, a disposizione permanente del visitatore. Ma la visione di un evento all'interno di una vetrina non era sufficiente: iniziò così la raccolta di strumenti ed accessori moderni per realizzare esperimenti che potessero essere effettuati direttamente dall'utente.||Da subito questa attività sperimentale attirò l'attenzione di funzionari ministeriali ed insegnanti.||Nel frattempo, nel 1955, nel nuovo edificio del Museo, detto Monumentale, vennero collocati le aule, i laboratori, gli impianti, le officine, le sale studio, necessari per ospitare il nascente Centro di Fisica Sperimentale.||Nello stesso anno venne organizzato il primo corso per insegnanti degli Istituti Tecnici, organizzato dal prof. Tommaso Collodi, già Ispettore Centrale P.I. ed allora Direttore Didattico Nazionale per l'Istruzione Tecnica.||I risultati furono così soddisfacenti che anche i Licei e gli Istituti Magistrali cominciarono ad organizzarne per i loro professori.||Oltre alla qualità delle attività offerte, quest'iniziativa si inseriva in un contesto di difficoltà legate alla fine della Guerra , di povertà dei gabinetti scolastici, di scarsa preparazione di molti insegnanti.||Il Museo offriva alla Scuola uno strumento efficace ed immediato per risalire la china.||I corsi di aggiornamento dei professori, inizialmente della durata di sei giorni, divennero ben presto di dieci/quindici giorni e comprendevano: un gruppo di conferenze tenute da professori universitari o esperti qualificati, lezioni sperimentali, esercitazioni individuali o in piccoli gruppi, lezioni a livello secondario tenute dagli stessi partecipanti, proiezioni di materiale sul tema, visite d'istruzione.||Fin dall'inizio molte scuole cominciarono ad affluire al centro di Fisica con i loro studenti per assistere a lezioni sperimentali.||Il prestigio del Museo e del suo Centro di Fisica ebbero autorevolissimi riconoscimenti anche in campo internazionale soprattutto attraverso l'O.C.D.E. (Organisation de Coopération et de Développement Economique) che riconosceva l'importanza dell'insegnamento scientifico e promuoveva nuovi metodi d'insegnamento e di sperimentazione.||Il Centro di Fisica, fiore all'occhiello del Museo, è rimasto in funzione fino al 1984.||Altre due importanti iniziative si affiancarono, a metà degli anni sessanta, alle attività del Centro di Fisica: la creazione di una Mostra Permanente di Materiale Scientifico-Didattico (realizzata con materiali forniti dalle ditte costruttrici) e la nascita di una biblioteca di consultazione specializzata riguardante l'insegnamento della Fisica a livello secondario.||La Mostra, realizzata nel 1965, raccolse molte apparecchiature presentate dalle case costruttrici di materiale didattico allora presenti sul mercato: Alfa Tecnica, Didattica Amatori, S.A.E.L., Brizio Basi, Esso Standard Italiana, Forniture Scolastiche, Leybold-Chima, Officine Galileo, Phywe Italiana, G.B. Pravia & C., Philips, Polaroid, S.E.C.I.,, S.I.A.S., Silvestar, U.N.A.||La partecipazione da parte delle aziende era gratuita ma il Museo si riservava di scegliere fra il materiale presentato quello ritenuto più conveniente ed efficace per la scuola.||Il materiale venne presentato allestito su tavoli con esperimenti già pronti e realizzabili dai docenti o dai tecnici del Museo
- TIPOLOGIA SCHEDA Patrimonio scientifico e tecnologico
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300634365
- NUMERO D'INVENTARIO 7815
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
- ENTE SCHEDATORE Regione Lombardia
- DATA DI COMPILAZIONE 2008
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2011
- ISCRIZIONI frontale - GENERATORE EM 33 A - maiuscolo/ numeri - a stampa su metallo -
- STEMMI frontale - commerciale - Marchio - UNA OHM dell' Ing. E. Pontremoli &C - MATERIALE DIDATTICO SCIENTIFICO scritto lungo una circonferenza che racchiude il disegno di un albero con i frutti, sotto la scritta PARAVIA
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0