Ravenna, interno di Sant'Apollinare Nuovo

negativo, post 1900/06/00 - ante 1916
  • OGGETTO negativo
  • SOGGETTO Architettura sacra - Chiese - Basiliche - Arte paleocristiana - Interni - Absidi
    Italia - Emilia-Romagna - Ravenna - Basilica di Sant'Apollinare Nuovo
  • MATERIA E TECNICA VETRO
    gelatina ai sali d'argento
  • MISURE Misura del bene culturale 0800649243: 180X239 mm
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO E STORICO ARTISTICO
  • ATTRIBUZIONI Ditta Luigi Ricci (stabilimento): fotografo principale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • LOCALIZZAZIONE ex monastero di San Vitale
  • INDIRIZZO Via San Vitale, 17, Ravenna (RA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Tra le immagini della navata maggiore della basilica di Sant'Apollinare Nuovo a Ravenna appartenenti al locale studio fotografico Luigi Ricci, due lastre provengono dal Fondo Santa Teresa della Soprintendenza ravennate, mentre una terza immagine si conserva nel Fondo Faccioli dell'Archivio fotografico del Polo Museale dell'Emilia Romagna (positivo con inv. 31875/ 726, scheda 0800635803 con RVEL 96); di un quarto fototipo 3-J-50, una lastra al collodio ugualmente appartenente al Fondo Santa Teresa, ma di formato superiore (30x40) rispetto ai negativi nominati, si parlerà più avanti nell'argomentazione. La comparazione delle tre immagini può aiutare a dipanare le difficoltà che emergono in fase di datazione per via delle complesse vicende di recupero cui fu sottoposta la basilica nella seconda parte dell’Ottocento. Entrambe le lastre di minore formato presentano sul lato emulsione un’etichetta con una numerazione utile alla ditta per archiviare e individuare i negativi quando erano richiesti per la stampa positiva. Se il collodio con inventario 13955 riporta il numero 79, la lastra 14024 ha un’ulteriore specifica, ovvero 79 bis, che presuppone già una posteriorità cronologica, oltre alla tecnica di realizzazione più tarda, alla gelatina. Soltanto nel terzo catalogo di Luigi Ricci del 1882, redatto con gli elenchi delle fotografie acquistabili presso lo studio, compare un corretto abbinamento tra numero e soggetto, ovvero "interno [della chiesa di Sant’Apollinare Nuovo] dal mezzo", mentre nei cataloghi precedenti il numero 79 si riferisce prima ad un particolare di un sarcofago della basilica di Classe (primo catalogo del 1869), poi ai mosaici del battistero Neoniano (catalogo seguente del 1877). Secondo una piana lettura degli elenchi Ricci, la realizzazione della fotografia 79 dell’interno di Sant’Apollinare Nuovo dovrebbe collocarsi tra il 1877 ed il 1882, anno in cui comparve, giustamente abbinata, nel terzo catalogo di vendita; esaminando però la situazione appare evidente che la ripresa 13955 dovette essere eseguita circa un decennio prima: il pavimento della navata, con le numerose lapidi murate accanto alle arcate di destra, risulta diverso sia dalla lastra 14024, sia dal positivo Faccioli. Effettivamente nel 1873 il piano di calpestio della nave maggiore venne ricoperto da quadrelle marmoree di recupero (Ricci 1923 p. 114 e Penni Iacco 2004 p. 123 concordano sull'anno, mentre Novara-Ranaldi 2013 p. 110 propongono l'intervallo 1872-1874) che andarono a nascondere i basamenti delle colonne. Il collodio mostra inoltre le finestre archivoltate del fianco sinistro completamente cieche: vennero aperte durante l’intervento di Raffaele Faccioli nel 1894 (Faccioli 1898, pp. 111-114). E’ dunque piuttosto probabile che il collodio in esame abbia ricevuto soltanto una nuova numerazione (gli identificativi furono cambiati da Ricci in tutti i primi tre cataloghi, ma indicativamente proprio dalla terza pubblicazione in avanti l’abbinamento con i soggetti non venne più mutato sino all'ultima edizione postuma del 1914): la fotografia dell’interno di Sant’Apollinare Nuovo compare infatti sin dal primo catalogo (Novara 2006, p. 10). Fermo restando l'impossibilità di avanzare un'identificazione certa tra lastra e catalogo Ricci, si propone una datazione tra il 1866, anno di apertura della ditta, ed il 1873, quando dovettero avere inizio i lavori per la ripavimentazione. Il positivo Faccioli presenta una situazione intermedia tra il collodio 13955 e la gelatina 14024: il pavimento è già ricoperto dalle quadrelle, ma le finestre di sinistra appaiono ancora tamponate (il punto di ripresa è, tra l’altro, quasi sovrapponibile a quello del collodio). Infine, secondo la lettura qui proposta, il collodio 79 dovette sostituito dalla gelatina 79 bis (NCT 08 00649243), che mostra l'interno ripreso in posizione maggiormente arretrata, con una veduta più ampia. In effetti la lastra alla gelatina documenta una situazione posteriore con il recupero della decorazione musiva nell’intradosso delle aperture sul fianco sinistro. La proposta cronologica per questa lastra è compresa tra il giugno del 1900, quando Alessandro Azzaroni completò pittoricamente la decorazione musiva rinvenuta in alcune parti degli stipiti e dei sottarchi delle finestre di sinistra (Novara-Ranaldi 2013, p. 182 e Ricci 1933, p. 109), ed il febbraio del 1916, quando un ordigno austriaco colpì la basilica, nel corso della Prima Guerra Mondiale
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800649243
  • NUMERO D'INVENTARIO 14024
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • DATA DI COMPILAZIONE 2017
  • ISCRIZIONI lato vetro: angolo inferiore destro - 79 bis - minuscolo -
  • DOCUMENTAZIONE ALLEGATA registro inventariale (1)
    registro inventariale (2)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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