Ravenna - San Vitale - Primo chiostro - Portale scolpito
negativo,
post 1869 - ante 1882
Ricci, Luigi (1823-1896)
1823-1896
- OGGETTO negativo
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SOGGETTO
Decorazione architettonica - Fregi
Elementi architettonici - Portali - Cornici
Emilia-Romagna - Ravenna - Complesso di San Vitale
Emilia-Romagna - Ravenna - Monastero di Classe
Architettura religiosa - Monasteri - Cortili - Chiostri
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MATERIA E TECNICA
VETRO
collodio
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MISURE
Misura del bene culturale 0800649214: 240x202 mm
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CLASSIFICAZIONE
DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO
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ATTRIBUZIONI
Ricci, Luigi (1823-1896): fotografo principale
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
- LOCALIZZAZIONE Basilica ed ex Monastero benedettino di San Vitale
- INDIRIZZO Via San Vitale, 17, Ravenna (RA)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Luigi Ricci (1823-1896) opera nella seconda metà dell’ottocento, in un contesto storico molto ricco di stimoli, quando in epoca post unitaria comincia a farsi strada l’idea di censimento del patrimonio artistico e della sua tutela. I monumenti ravennati vengono sottoposti a primi interventi manutentivi diretti dal Genio Civile affiancato dall’Accademia di Belle Arti come organo di controllo. Il complesso di San Vitale con la sua ricca articolazione, era stato fortemente modificato dagli edifici addossati al suo perimetro esterno: numerose cappelle si erano innestate sulla struttura a pianta centrale impedendo la visibilità della costruzione originaria. L’ingresso dei monaci benedettini aveva inoltre comportato trasformazioni dovute ad esigenze di culto con l’aggiunta di nuovi ambienti e una dislocazione diversa dello schema di utilizzo interno dei locali. La presenza dei monaci a San Vitale è documentata dal 999 al 1798 (data della confisca napoleonica) e l’ala nord dell'antico complesso benedettino fu trasformata in caserma militare fin dai primi dell'Ottocento. Fu Giuseppe Gerola (prima reggente poi direttore del Museo Nazionale dal 1911) l’artefice del cambio di destinazione d’uso, sottraendo progressivamente spazio alla Caserma Gorizia e organizzando in questa sede un primo percorso museale. La lastra in esame è particolarmente interessante perché documenta il portale attualmente visibile nel primo chiostro del complesso di San Vitale e portato in questa sede solamente dopo che Gerola ne curò il trasferimento nel 1913-14 dalla Classense. La storia del Museo Nazionale parte dalla sua costituzione nel 1885 con regio Decreto, una precoce istituzione post-unitaria con sede nell’ex monastero e chiesa di Classe. Luigi Ricci comincia a documentare il museo a partire dal 1877, in una sezione apposita denominata “Tavole di oggetti che trovansi nella Biblioteca o Museo Classense”, tra queste nella sezione “Lapidario” troviamo già a queste date le “Porte in marmo del 1500 nel primo chiostro”, con numero identificativo 407. A partire dal 1882, con la riorganizzazione del catalogo, la lastra prenderà il numero 410 (visibile sull’etichetta applicata) per mantenerlo fino al 1914, data dell’ultima pubblicazione. Va segnalato che nel corso del tempo il Museo assume sempre maggiore rilievo nei cataloghi: se nel 1882 il portale è inserito nella sezione “Biblioteca, Museo e Collegio Classense”, dal 1895 in testa al catalogo si parla espressamente del Museo e si dice che di esso “ultimamente ordinato, si presentano più che cento tavole”. Nel 1914 si segnala infine l’imminente trasferimento del Regio Museo d’Antichità “che dai locali del convento di Classe ove si trova attualmente, verrà trasferito nei chiostri di S. Vitale”. Giuseppe Gerola, nel nuovo allestimento in San Vitale, volle nobilitare gli ingressi delle sale che si incontrano sul lato sinistro, con un’impronta rinascimentale, trasferendovi i preziosi portali in marmo provenienti dal chiostrino esterno del monastero di Classe, con lesene e candeliere scolpite in stile lombardesco e, sulla cimasa la figura di San Michele che pesa le anime. Luigi Ricci fotografa il portale sempre nella vecchia sede, presso il monastero di Classe. Interessante la mascheratura con carta nera sulla lastra volta a cancellare, sull’architrave sopra alle due porte, l’insegna “UFFICIO DELLA SOCIETA' OPERAIA”; le associazioni operaie di mutuo soccorso, di stampo risorgimentale e mazziniano, sono presenti a Ravenna a partire dal 1863 ma non è stato possibile individuare in quale periodo il monastero classense ne abbia ospitato la sede. ll riferimento cronologico ante quem è senz'altro il catalogo del 1882, ma non si può escludere che la ripresa sia stata eseguita prima della pubblicazione del catalogo precedente benché rubricata con un numero diverso (407). Si circoscrive pertanto un arco cronologico che va dal 1869 al 1882. La lastra appartiene al fondo convenzionalmente denominato “Fondo Santa Teresa” poiché proveniente dall’omonimo Ospizio ravennate. Costituito da una parte di negativi su lastra di vetro provenienti dallo studio fotografico di Luigi Ricci, è stato acquisito nel 1979 dall’allora Soprintendente Gino Pavan su indicazione del cardinale Ersilio Tonini
- TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800649214
- NUMERO D'INVENTARIO 14091
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
- DATA DI COMPILAZIONE 2017
- ISCRIZIONI supporto primario: lato emulsione: su etichetta: in basso a destra - 410 - capitale -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0