Ravenna - San Vitale - Coro - Particolare del rivestimento
negativo,
post 1903 - ante 1914
Ditta Luigi Ricci (ditta)
1896-1930
- OGGETTO negativo
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SOGGETTO
Architettura religiosa - Chiese
Elementi architettonici - Absidi - Presbiteri
Emilia-Romagna - Ravenna - Complesso di San Vitale
Decorazione architettonica - Fregi - Tarsie - Intarsio
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MATERIA E TECNICA
VETRO
gelatina ai sali d'argento
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MISURE
Misura del bene culturale 0800649183: 181x240 mm
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CLASSIFICAZIONE
DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO
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ATTRIBUZIONI
Ditta Luigi Ricci (ditta): fotografo principale
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
- LOCALIZZAZIONE Basilica ed ex Monastero benedettino di San Vitale
- INDIRIZZO Via San Vitale, 17, Ravenna (RA)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Luigi Ricci (1823-1896) opera nella seconda metà dell’ottocento, in un contesto storico molto ricco di stimoli, quando in epoca post unitaria comincia a farsi strada l’idea di censimento del patrimonio artistico e della sua tutela. I monumenti ravennati vengono sottoposti a primi interventi manutentivi diretti dal Genio Civile affiancato dall’Accademia di Belle Arti come organo di controllo. Il complesso di San Vitale con la sua ricca articolazione, era stato fortemente modificato dagli edifici addossati al suo perimetro esterno: numerose cappelle si erano innestate sulla struttura a pianta centrale impedendo la visibilità della costruzione originaria mentre l’interno aveva risentito di un arricchimento barocco, nelle pitture così come negli arredi. Luigi Ricci inserisce San Vitale già nel suo primo catalogo a stampa (1869) che conteneva solo 256 fotografie con cinque soggetti proposti tra i “monumenti antichi” di Ravenna: lo descrive in 44 riprese di cui alcuni esterni e interni e molti dettagli dei mosaici, capitelli, trafori e rilievi. Il coro ligneo realizzato alla metà del Cinquecento da Alessandro Bigni per l’abside di San Vitale, fu rimosso verso il 1870 dal Reale Corpo del Genio Civile, riadattandolo per la chiesa di sant’Agata; lo spazio lasciato dagli stalli venne colmato con un rivestimento di lastre in marmo di Carrara. Corrado Ricci deplora la scelta compiuta, paragonando la copertura alla base dell’abside ad un “grande orinatoio”. Per ovviare all’inconveniente l’Ufficio Regionale per la Conservazione dei Monumenti trovò un rimedio discutibile ovvero “venare il Carrara con una spugna intinta nell’inchiostro" (Ricci, 1898). In questo modo si smorzava un poco l’effetto di estremo biancore che inibiva la corretta visione dei mosaici soprastanti. Questa situazione provvisoria e insoddisfacente fu modificata grazie alla volontà di Corrado Ricci dopo il suo insediamento a Ravenna come direttore della Regia Soprintendenza per i Monumenti. La decorazione parietale tolta dai benedettini per far posto al coro ligneo era stata smembrata, in parte perduta ma in parte applicata in altre parti della chiesa. Grazie al rinvenimento di alcuni antichi frammenti che fungeranno da modello (si veda NCTN 0800649130), Ricci si rivolgerà ad Enrico Marchionni, direttore dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, per una ricostruzione il più possibile filologica e stilisticamente corretta della copertura dell’abside: il progetto sarà approvato solo nel mese di dicembre 1901. Dopo numerose traversie e polemiche l’Opificio comincia la posa in opera nelle prime due campate con un disegno che prevede una cornice in stucco tra il fregio (posto sotto ai mosaici) e i sedili. Nel 1903 giungono a Ravenna 26 casse e ha inizio il montaggio. In seguito a critiche sull’operato di Corrado Ricci e sulla correttezza della ricostruzione, nel 1919 furono invertite la cornice in stucco e la fascia in tarsie. L’immagine in esame mostra invece il rivestimento compiuto prima dell’ulteriore modifica. Il numero 818 che contraddistingue la lastra, si ritrova nel catalogo a stampa del 1914, e si accompagna al soggetto “Incrostazione in marmo, nell’abside”, rubricato tra i “Particolari” della chiesa di San Vitale. La lastra appartiene al fondo convenzionalmente denominato “Fondo Santa Teresa” poiché proveniente dall’omonimo Ospizio ravennate. Costituito da una parte di negativi su lastra di vetro provenienti dallo studio fotografico di Luigi Ricci, è stato acquisito nel 1979 dall’allora Soprintendente Gino Pavan su indicazione del cardinale Ersilio Tonini
- TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800649183
- NUMERO D'INVENTARIO 14041
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
- DATA DI COMPILAZIONE 2017
- ISCRIZIONI supporto primario: lato emulsione: su etichetta: in basso a destra - 818 - capitale -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0