Ravenna - Santa Maria in Porto Fuori - Maestro di Santa Maria in Porto Fuori - Strage degli innocenti e Comunione degli apostoli

negativo, ca 1877 - ante 1882
  • OGGETTO negativo
  • SOGGETTO Architettura religiosa - Chiese - Interni
    Dipinti murali - Affreschi - Cicli - Sec. 14
    Emilia-Romagna - Ravenna - Chiesa di Santa Maria in Porto Fuori
    Iconografia cristiana ;
  • MATERIA E TECNICA VETRO
    collodio
  • MISURE Misura del bene culturale 0800649143: 132x241 mm
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO ARTISTICO
  • ATTRIBUZIONI Ricci, Luigi (1823-1896): fotografo principale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • LOCALIZZAZIONE Basilica ed ex Monastero benedettino di San Vitale
  • INDIRIZZO via San Vitale, 17, Ravenna (RA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Luigi Ricci (1823-1896) opera nella seconda metà dell’ottocento, in un contesto storico molto ricco di stimoli, quando in epoca post unitaria comincia a farsi strada l’idea di censimento del patrimonio artistico e della sua tutela. La chiesa di Santa Maria in Porto Fuori esula dalle emergenze architettoniche di ambito bizantino che focalizzarono l'attenzione nelle prime campagne di documentazione ed entra a far parte dei cataloghi di Luigi Ricci a partire dal 1969 con sole quattro riprese architettoniche esterne ed interne (numerate da 203 a 206), dal 1877 viene inserita in una sezione piuttosto eterogenea titolata “Belle arti” al cui interno troviamo 23 voci che annoverano candelieri rinascimentali, armature, lacerti di mosaico e scultura. La parte più omogenea e cospicua è però costituita dalla documentazione della chiesa, con due esterni, due vedute generali dell'interno, una coppia di riprese del sarcofago di Pietro degli Onesti (fronte e fianchi) e la sequenza degli affreschi di scuola riminese all'epoca attribuiti a Giotto (12 dettagli), con numerazione da 413 a 430. Solo a partire dal 1882 Santa Maria in Porto Fuori acquista una sua autonomia, pur mantenendo la quantità di riprese del catalogo precedente ma modificando la numerazione da 430 a 447. Espressamente dati a Giotto gli affreschi cambiano attribuzione dal 1895 con la dicitura più generica “Affreschi di scuola riminese del sec. XIV“ che viene mantenuta anche nel successivo (1900) mentre nell'ultimo catalogo della ditta, pubblicato nel 1914, diventano Affreschi di scuola romagnola (Ricci 1906, p. 38). Numericamente le lastre lievitano soprattutto a partire dal 1900, con l'inserimento di nuovi dettagli del ciclo pittorico, fino a raggiungere le 25 unità. Il ciclo di affreschi trecenteschi di scuola riminese interessava la parte absidale delle tre navate: al centro le storie di Maria Vergine, la cappella destra dedicata a San Matteo e la sinistra a San Sisto, nell'arco trionfale le Storie dell'Anticristo, a lato della figura del Cristo giudice. Nel corso del tempo la lettura iconografica delle pitture ha subito notevoli variazioni, come dimostrano gli stessi cataloghi di Ricci che a distanza di pochi anni riportano per alcuni episodi titolazioni diverse. L'immagine in esame raffigura la strage degli innocenti ed è inserita nel ciclo dedicato alla Vergine che ricopre le pareti laterali della cappella maggiore. L'affresco occupa la parte inferiore del lato destro, e al suo interno è collocata una nicchia architettonica che ospita una Comunione degli apostoli (si veda NCTN 0800649145). Il soggetto in esame compare per la prima volta nel catalogo 1877 indicato come “La strage degli innocenti” identificato dal numero 422, mentre a partire dal 1882 il numero sarà modificato in 439 (come da etichetta sul negativo) e mantenuto invariato fino all'ultima pubblicazione del 1914. Il formato particolare della lastra e l’inquadratura molto definita del riquadro sono funzionali ad un’operazione di assemblaggio con l’episodio con la Dormitio Virginis posto nel registro superiore della stessa parete (si veda NCTN 0800649147). Prova di questa operazione è un positivo di grande formato (mm 321x234) conservato presso la Fototeca del Dipartimento delle Arti dell’Università degli Studi di Bologna, nel Fondo Supino, Sezione Emilia-Romagna (http://sol.unibo.it/SebinaOpac/Opac?action=search&TitoloBaseId=2922841) in cui sono perfettamente riconoscibili le due lastre giustapposte e unite da un ritocco piuttosto grossolano, al fine di riprodurre senza storture prospettiche l’intera parete della cappella. Il positivo riporta anche il timbro a secco dell’autore in basso a sinistra. L'edificio fu rovinosamente bombardato nell'incursione aerea del 5 novembre 1944 e completamente distrutto. Ricostruito su progetto dell'ingegnere Guido Minardi, riprendendo solo in parte la struttura originale fu consacrato nuovamente il 14 aprile 1952. La lastra in esame appartiene al fondo convenzionalmente denominato "Fondo Santa Teresa" poiché proveniente dall’omonimo Ospizio ravennate. Costituito da una parte di negativi su lastra di vetro provenienti dallo studio fotografico di Luigi Ricci, è stato acquisito nel 1979 dall'allora Soprintendente Gino Pavan su indicazione del cardinale Ersilio Tonini
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800649143
  • NUMERO D'INVENTARIO 14334
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • DATA DI COMPILAZIONE 2017
  • ISCRIZIONI supporto primario: lato emulsione: su etichetta: in basso a destra - 439 - capitale -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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