Millefiori araldico con candelabre, paesaggio e piccoli animali

negativo, ca 1917 - ante 1929
Anonimo
1878
  • OGGETTO negativo
  • SOGGETTO Mantova - Arazzi
  • MATERIA E TECNICA gelatina bromuro d'argento/ vetro
  • ATTRIBUZIONI Anonimo: fotografo principale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Archivio fotografico SBAP BS
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Chizzola Porro Schiaffinati
  • INDIRIZZO via Gezio Calini 26, Brescia (BS)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La lastra fotografa la porzione destra di un arazzo millefiori (quello con attuale inv. 1116) che compare anche nei negativi con invv. 1859 e 1861. Ricondotto alla manifattura di Bruges e datato da Delmarcel e Brown al secondo quarto del Cinquecento, fa parte di un gruppo di tre tessuti provenienti dalla Basilica di Santa Barbara, usati come vili tappeti sino al 1917, quando furono condotti a Palazzo Ducale (insieme ad altri manufatti tessili provenienti dal Duomo della città e dalla Parrocchiale di Pozzolo) per essere inviati a Firenze preservandoli così dai possibili bombardamenti. Rientrati nella reggia gonzaghesca al termine della I guerra mondiale, insieme agli arredi isabelliani e alle moltissime opere partite da Mantova fra 1917 e 1918, i tre arazzi furono oggetto di un progetto di restauro del quale la recente bibliografia pare non essere a conoscenza (Giuseppe Gerola, Relazione del R. Sovraintendente dei monumenti della Romagna incaricato delle operazioni di sgombero di oggetti d'arte compiute nella provincia di Mantova, "Bollettino d'arte del Ministero della pubblica istruzione", a. 12, nn. 9-12 (settembre-dicembre), 1918, pp. 270-272). Nell'archivio della Soprintendenza di Brescia si conservano due nuclei di lastre, disseminate in diversi raccoglitori, oggi ricondizionati in seguito al restauro dei materiali fotografici. Con qualche difficoltà è possibile ipotizzare la datazione degli scatti in base allo stato dei tessuti fotografati e alla documentazione archivistica relativa alle operazioni di conservazione condotte su almeno uno dei manufatti, che sono oggi custoditi presso il Museo Diocesano di Mantova. Tra 1926 e 1928 si tenne un fitto scambio epistolare tra il Sovrintendente di Verona (Gino Fogolari) e l'arazziera Minna Garoglio di Firenze. Dopo il rigetto di un preventivo di spesa troppo elevato per le finanze ministeriali, nel tentativo di contenere i costi ci si rivolse alla ricamatrice Caterina d'Indri di Venezia, che iniziò, nella città lagunare, a intervenire sull'arazzo più ammalorato (forse proprio quello illustrato dalla nostra lastra). Nel 1929 si completò a Firenze, grazie alla mediazione del locale Sovrintendente, la ricomposizione di questo stesso arazzo a cura della prima candidata Minna Garoglio (Soprintendenza BAP Brescia, Archivio Monumenti, b. 187: Mantova, Palazzo Ducale, Pratica generale). Al termine delle operazioni i tre arazzi trovarono dimora nell'antisala dei Duchi (Clinio Cottafavi, Mantova. Palazzo Ducale, appartamento del Tasso e sala dei Duchi, "Bollettino d'arte del Ministero della pubblica istruzione", a. 25, serie III, n. 2 (agosto), 1931, pp. 88-93: fig. 6, p. 92), mentre Paccagnini, nel 1974, li ricorda nella Sala delle Aquile dell'Appartamento della Guastalla (Giovanni Paccagnini, Il Palazzo Ducale di Mantova, Milano, Electa, 1974). Pur avendo notizie archivistiche del restauro di un solo arazzo, il confronto fra i diversi scatti permette di distinguere per tutti e tre i tessuti due stati di conservazione diversi e sicuramente imputabili a un intervento di integrazione. Nel nostro caso, per il confronto con le lastre con invv. 1859 e 1861, ipotizziamo che lo scatto sia precedente a tale operazione e quindi databile fra il 1917, anno del transito dei tessuti da Palazzo Ducale e il 1929, anno del completamento del restauro. Il fatto che nella documentazione archivistica si parli di un arazzo pesantemente ammalorato e quasi ridotto a frammenti, fa altresì pensare che lo scatto possa essere stato effettuato nel corso del restauro, ovvero dopo le integrazioni in tela e prima della definizione pittorica di queste. Per i tre arazzi si veda la recente bibliografia: Nello Forti Grazzini, I Millefiori Araldici, di Federico II (?), in Guy Delmarcel, Clifford M. Brown, Gli arazzi dei Gonzaga nel Rinascimento, Milano, Skira, 2010, pp. 50-57; Renato Berzaghi, Stefano L'Occaso, Dipinti e arazzi. 1430 - 1630, Mantova, Publi Paolini, 2011, nn. 20-22, pp. 56-60)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303230366
  • NUMERO D'INVENTARIO 1860
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Brescia Cremona e Mantova
  • DATA DI COMPILAZIONE 2012
  • ISCRIZIONI lato emulsione: in basso a destra - 1860 - a inchiostro -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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